Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; TOSCANA ; STATUTI
anno <1918>   pagina <672>
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E. Fasmmonfi
la Toscana ai tempi di questo sovrano e crucila sotto Leopoldo II; discusso il prò ed il contro delle leggi prospettate dal primo, con­frontata la condizione del Granducato con quella degli altri Stati ita­liani verso la fine del 1847, concludeva: lo credo che una Consulla per metà uscita da elezioni compartimentali non risponderebbe male ai veraci desideri ed ai veraci bisogni ed è poi istituzione elastica che può ampliarsi comodamente .1 Sì intende a che cosa alludesse il Capponi, di solito schivo nel pronunziare sentenze sugli ordinamenti governativi.
Si comprende perciò come non avesse errato il Guerrazzi nell'aspi* rare ad un pronto mutamento statale, costituzionalmente parlando, e nel aver cercato di trarre, in una qualche maniera, i liberali a manifestare in modo più concreto quelle aspirazioni che non celavano più nella loro intimità. Lo sbaglio dell'agitatore livornese era stato di non aver sa­puto attendere il momento opportuno, che nel tempo, in cui era aperta la ferita inflitta da Modena, quando bisognava stringere più saldamente i legami con Roma e Torino, la prima delle quali paventava il radi­calismo e la seconda temeva tutto ciò che non avesse corrisposto ai più schietti principi monarchici, non doveva il Guerrazzi o causare, o favorire, fallito il tentativo di collaborazione con i liberali e co' glo* bertiani di Toscana, nn moto insurrezionale. Questo intesero i suoi amici non radicali, ne repubblicani; per questo egli ebbe contro di se l'opinione generale del paese, che potè forse scusarlo, ma non assol­verlo e non condannarlo: per questo infine i liberali compatti si strin­sero intorno al Ridotti. La coscienza toscana non voleva, in momenti di aspettazione e gravidi di eventi, azioni incomposte ; ma sentiva la necessità dell'unione e della calma per fronteggiare con la certezza della vittoria ciò che prepara vasi nell'ombra. Espressione di siffatta convinzione comune son le parole che il Vieusseux scriveva il 30 di­cembre 1847 al Centofanti : Raccogliete le forze fìsiche è morlii per andare incontro al tremendo 1818 che si prepara . *
I moti di Livorno,. erano stati soffocati, gvasfio però svelato quale specie di fuoco covasse sotto le ceneri La maggior parie dei nostri liberali se aveva favorito il Ridolfì nella repressione livornese non aveva desistito dal lavorare per raggiungere la finalità che si era proposta. L'otto gennaio 1848 sotto l'impressione della rivoluzione livornese il Lambruscbini avva detto.: senza reticenza al Bidolfl la
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