Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; TOSCANA ; STATUTI
anno
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1918
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pagina
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677
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Alami Documenti imetliU sulla Costiktmom Toscana del 1848 '677
temevano tuttociò che avesse potuto suscitate, nelle masse, moti in-composti. Così Angelo Berlini, scrivendo al Fattoi, il 2 febbraio 1848, dello stato generale della Toscana, lamentava il contegno di recente assunto dalla Patrta, come cosa dannosa ed inopportuna.' Le preoccupazioni del Berlini erano fuor di luogo : quando si consideri l'indirizzo politico seguito da quel periodico fin da' suoi primi giorni di vita, quando si ricordino chi fossero gli uomini elite lo dirigevano, -quando si tengan presenti i rapporti che correvan tuttora tra loro ed il Capponi, fervido sostenitore della Costituzione, si comprende raeil-mente che la campagna della Patria era ispirata non solo ad alto senso di patriottismo, ma anche ad un certo moderatismo debitamente inteso.
Sostenendo la necessità di una nuova vita politica conseguita per elargizione sovrana, si venivano implicitamente ad impedire le mone di chi, servendosi di quel pretesto, aveva tutto l'interesse a sovvertire l'ordine dello Stato. Ed il barone Bettino, non solo operava con il suo periodico, ma lavorava attivamente con gli amici per destare è raccogliere nuove energie, ti 6 febbraio, ad un intimo, che il Tabarrini ed il Gotti, bene informati ritengono fosse il Saivagnoli. scriveva dolendosi che la Patria non avesse ancora dato F importanza, che egli voleva, al grande avvenimento ohe andavasi preparando. Quando ormai il concetto è nella mente di tutti, osservava il Ricasoli, conviene che sia in quella del Principe e del Governo, il Paese saprà aspettare, quantunque sia grande la diffidenza per mancanza di stima nel (Sverno, quando vedrà che il suo desiderio prende forma e si svolge dai giornali che rappresentano la pubblica opinione >.' II13 febbraio, quando Carlo Alberto aveva concesso lo Statuto ed il Granduca tentennava per" volontà, sua e di alcune persone che', gli erano intorno, il barone Bettino inviava una vibrata lettera al Ridolfi, come ministro e come amico, perchè avesse egli posto fine alle incertezze dannose ed inespli-cabili: Ogni indugio* ;diceva, a concedere alla Toscana il suo Statuto può generare gravissime sciagure. La dignità del Principe, nonché la sua quiete, la salute del Paese, l'integrità del Governo, chieggono a granài voci che si cessi dalle soverchie parole e si compia Tatto magnanimo. E l'atto sia ad mn tempo magnanimo e sapiente.9
Hoi non possiamo ora discutere, 5 avesse: ragione il Collegno quando, scrivendo cóme abbiam visto al Balbo, il 1 febbraio ppj accennava-' al iitib' eh fon posizione della Bahia al Ministero Bidolfi
* FjUtiNi, Epistolario, op. 4 33à <P
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