Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; TOSCANA ; STATUTI
anno
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1918
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pagina
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679
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Il Salvaglieli esagerava scrivendo sotto l'impressione del momento, irritato come doveva essere dal vedersi malinteso e vilipeso : se anche fosse stato vano per il Gabinetto Ridolfi l'esempio di Napoli e di Torino, se l'opera della Patria non avesse avuto l'effetto desiderato, si poteva sempre contare sugli uomini che componevano la Commissione dei quinqueviri, a capo de' quali il Capponi dava affidamento che non si sarebbe proceduto per lungo tempo ancora nell'incertezza e nel buio. Basterebbe a provarlo ciò che il marchese Gino scriveva al Cento fanti il 6 febbraio 1848 : Ora, per questa faccenda del dare istituzioni al paese conviene tutti ci colleghiamo in un pensiero concorde, non mi guastino, per carità, ogni cosa... Quello ciie importa lo avremo; avremo la sostanza, se Dio ci aiuta e se il torrente non ci trascina via e non ci affoga .' In ogni modo era stata preziosa l'attività della Patria perchè, espressione di un partito, forte di uomini valenti e stimati, aveva dichiarato senza ambagi alle sfere politiche toscane che sarebbe venuto meno al Governo l'appoggio della maggioranza della nazione, se non fosse stato soddisfatto il desiderio generale. Tanto più notevole l'opera del nostro periodico, perchè all'idea della libertà costituzionale esso associava l'altra, più grande ancora, nell'indipendenza d'Italia. Cardine delle dottrine del Gioberti e del "e Balbo era stato unire i vari principati della nostra penisola in una tessa forma politica per potere, con piena concordia, imprendere la lotta per la liberazione dallo straniero. Ed ora che Napoli e Torino avevano iniziato la rigenerazione della loro vita, or che il Papato non ai mostrava alieno dall'entrare nella via costituzionale, il tardare del Governo toscano sembrava, ai redattori della Potoria, colpevole non solo di fronte ai cittadini del Granducato, ma a tutti gli abitanti d'Italia.
Doveva però consolare i redattori della Patria il vedere come le loro idee divenissero, in Toscana, appena iniziato il regime costituzionale, le idee della grande maggioranza liberale. Angelo Berlini il IT febbraio 1848 scriveva al Fauini ponendo in intima relazione la concessione dello Statuto e le conseguenze, che ne sarebbero derivale, con il grande fatto della libertà d'Italia.- II Farini, dal canto suo, quando era virtualmente decisa la promulgazione dello Statuto, asseriva al Vieusseux essere iniziata l'agonia dell'Austria : ed a queste parole il nostro editore rispondeva con altre non meno fatidiche ritenendo non lontano il tempo in cui Carlo Alberto avrebbe var-
i iettate di G. CAW?OSJ * pttfi f Ini, raccolte e pubblicate tir OARRAHBjBt. Pirenzo; Successori La Mbnnlor, 1883* H, 372. - FAitng, Epistolario, op. oifc, I '85.