Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; TOSCANA ; STATUTI
anno
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1918
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pagina
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683
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Alami Dommènti inediti sulla Goattiwion* Toscana, dal 1848 683
che, il 20 febbraio 1848 scriveva così a Cesare Balbo : Volevo poi narrarvi ristoria, della Commissione nostra, ma non imporla; perchè ai giorni nostri un mese addietro è istoria antica. Non è vero che si lambiccasse una invenzione originale, quando vi fosse stato tempo, cioè quando fossero prima costituiti i Comuni e poi le Provincie, avrei voluto davvero che si lavorasse sopra la base vera che dà il Paese, e che i collegi elettorali si congiungessero in qualche modo ai comunali e ai provinciali. Questo sarebbe stato più vero, più bello, più sodo; in questo senso si lavorava pe' Comuni e le Provincie, perchè da questi elementi uscisse una volta la Rappresentanza Nazionale, che non si sperava imminente ; ma, Venuta questa prima che tutta quell'altra roba fosse cucinata, allora il pensiero di bene costituire la Rappresentanza venne a soverchiare di necessità e fece mettere da banda ogni altro pensiero .'
11 motivo di siffatta tendenza va trovato, più che nella natura dei tempi e degli uomini, nella ragione storica degli avvenimenti. Un popolo retto da leggi democratiche, ohe erano state conservate, nella forma almeno, anche quando esso aveva avuto sovrani di carattere dispotico, non poteva ora sottoporsi ad un regime che, sebbene fondamentalmente liberale, era sorto altrove ed in condizioni ben diverse sociali e politiche. Quello che Napoli e Torino avevano conseguito con le concessioni del 29 gennaio e dell'otto febbraio 1848, Firenze aveva gc luto durante numerosi secoli, né se ne era ancor spenta la memoria; onde poteva essa dire di aver dato le basi di ogni regime sostanzialmente e francamente democratico. La consapevolezza della superiorità del loro diritto storico rendeva molti liberali toscani desiderosi di formarsi una Costituzione che, mutate mutandis, avesse ritrovato la sua ragione, prima di ogni altra cosa, nelle istituzioni dell'antica Firenze. Oltre a ciò dovevasi tener conto di un altro fattore che non aveva certo minore importanza. In paesi, nei qualifl feudalismo aveva regnato per secoli e che, pur modificandosi con il Modificarsi delle condizioni interne ed esteme della nazione, aveva conservato una parte notevole nella vita sociale, veniva giudicata cosa naturale, che al Governo costituzionale l'aristocrazia partecipasse largamente con pieno diritto di casta, quasi per esser risarcita di quel potere che aveva dovuto rimettere, prima nelle mani della monarchia, poi in quelle dei popolo. Ma in Toscana, ove il feudalismo era stato assorbito dalla vitalità della borghesia e che, trasformato completamente, aveva avuto vita solo perchè e quando al popolo era piaciuto; in Toscana, nella quale l'an-
'GAJfeONI* 35fc op. <tfi* It, 380.