Rassegna storica del Risorgimento

ANDREOLI GIUSEPPE
anno <1918>   pagina <691>
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Prigionia e morte di Don Andre/di
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Qual rosignol che plora
Cui tartaro villan suo . . .> ... :t. . 4 Tal la sorgente aurora E invocante mi scor , .. . . . ~" 1KL t Isabella Isabella e in, :. . ; TT ?> Scosso il fren alla voce. ? ~,, . .,,.,
Deh vieni Iride .bella
Porta serenò al core e pace alTalma Pria che da Parca fella Resti tronca col duol mia debil salma Che da un lustro dì pene ornai consunta Resterà in breve giro affili defunta.
Or da ÌQÌ Prence Invitto
Cui dici* le stelle esser emporeo vero Di virtù, sia gradito L'osseqniso desir d'un: cor sincero Che d'inesperta cetra il debil suono Con riverente inchin vi sacra in dono.
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I. L. C.
Non ci permettiamo giudizio alcuno sui versi del Garanclini : giu­dicò, molto autorevolmente e assai prima di noi, Nicolò Tommaseo al quale s'era rivolto il Maiagola :
Preg, Sig.re
Cosa dappoco mi paiono i versi del povero carcerato. Locuzioni appropriate, e però d'alquanta efficacia, sarebbero gelidi sassi - micio d'ogni conforto - (ma segue mtdo di riposo, che non è bello), - pen­timento e dolor (guai serpi) il fianco (ma le serpi fauno troppo più che macerare), - dei giorni lieti 41 bel sereno è spento, - L'amata genitrice Che le mie doglie alleggerir potrebbe - Ah vieni Iride bella. n verso sentito sarebbe derelitto e negletto, se intendessi che al gen­tiluomo e al condannato colpevole pesi, più che altro, il dispregio
de' suoi caii. Aj
E sarebbe anche bello quel dire che sola gU sarà conforto la pena se potesse intendersi che dalla pena ben patita egli speri all'anima sanità} ma il soggiungere stento fa sospettare che pena sia qui per