Rassegna storica del Risorgimento
ANDREOLI GIUSEPPE
anno
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1918
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pagina
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703
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Prigionia e morte di Don Andreoli 753
3. Confermiamo la pena di morte inflitta dal Tribunale Statario al detenuto Don Giuseppe AndreoD sacerdote per essere non solo reo convinto, e confesso di delitti, per cui fu da Noi espressamente comminata la pena di morte, ma per essere di più stato seduttore della gioventù, e più reo per la sua qualità di Sacerdote e di Professore, delle quali abusò per sedurre la gioventù, ed attirarla nella Società de' Carbonari, a cui egli apparteneva. Finalmente per avergli Noi in considerazione della sua qualità di Sacerdote usato a principio tutti i riguardi di Clemenza, se subilo quel primo giorno confessava i suoi delitti, facendolo minacciare in caso diverso, che fino all'indomani non sarebbe più stato in tempo, e sarebbe stato abbandonato a tutto il rigor delle Leggi; ed egli avendo per ben tre volte costantemente negato ogni cosa quel giorno, per cui fu avvertito, che non era più in tempo a sperare grazia alcuna e non avendo egli poscia confessato, che quando si trovò convinto delle molte prove, che la Giustizia aveva contro di lui.
4. Facciamo grazia della pena di morte a Francesco Gonti, commutando la sua pena in soli dieci anni di carcere; e ciò perchè il suo delitto grave per l'epoca, in cui fu commesso, sembra effetto più di seduzione altrui, che di propria malizia, e non è accompagnato da altre circostanze aggravanti: poi, perchè vogliamo aver riguardo alla sua sincera, pronta, e spontanea confessione, con cui mostrò il suo pentimento, e finalmente perchè nell'anno 1814 cooperò quanto dipendeva da lui per coadiuvare Tarmata austriaca e de'suoi alleati, quando presero possesso degli Stati nostri, e perchè pure nei successivi anni 1816 e 1817 in occasione della maggiore carestia si adoperò attivamente, onde procurare del grano estero per la popolazione dei Nostri Stati, i quali motivi tutti ci mossero a recedere dalla Sentenza, e commutarla come ora la commutiamo in una assai più mite.
5. Confermiamo la sentenza contro il Capitano Giacomo Fa-rioli, poiché l'unico motivo per cui poteva meritare qualche riguardo quello cioè della sua pronta, e sincera confessione, fu già contemplato dal Tribunale Statario, il quale recedette perciò dalla pena ordinaria, che sarebbe stata la morte.
6. Al dottore Giovanni Andrea Garonzi, sebbene già contemplato dal Tribunale Statario per la sua ingenua, e pronta confessione, e per i lumi che diede alla Giustizia colle sue deposizioni, recedendo in suo favore dalla pena ordinaria, che sarebbe stata la morte; pure per questi medesimi titoli, e perchè sembra essere stato sedotto da altri, gii diminuiamo ancora di cinque anni la pena della galera per venti anni, a cui fa condannato.
7. La gravezza dei delitti, e la tarda, e non del tutto spontanea confessione di Francesco Maranesi, alla quale il Tribunale ebbe già