Rassegna storica del Risorgimento
CHABOD FEDERICO
anno
<
1960
>
pagina
<
462
>
NOTIZIARIO
"UN CONVEGNO SULLA STORIA DEL RISORGIMENTO A BUDAPEST. -A Budapest si è costituito un Comitato per lo studio e per il ricordo del Risorgimento, che ha come presidente il Rettore magnifico di quell'Università, Giulio Ortutay. Sotto gli auspici di questo Comitato, col concorso dell'Istituto per la collaborazione culturale coll'estero, è stata organizzata una settimana italiana , dal 24 maggio al 2 giugno 1960, per la celebrazione del centenario dell'impresa dei Mille, alla quale, com'è noto, diedero il loro concorso numerosi ungheresi. A questa celebrazione il nostro Istituto era rappresentato dal prof. Attilio Depoli.
La sera del 24 maggio ebbe luogo un grande concerto di musiche verdiane intercalate dalla recitazione di alcuni brani tradotti, delle memorie di G. G. Abba (presa di Palermo e morte di Tukò'ty) e di poesie di Alessandro Petofi (fra le quali quella intitolata JtaZio, scritta per invocare l'aiuto del dio della Libertà per i Siciliani insorti nel gennaio 1848). Il concerto era stato preceduto da un discorso di inaugurazione pronunziato dal presidente del Comitato, prof. Giulio Ortutay.
TI giorno 25 fu solennemente inaugurata una Mostra storica di cimeli comprovanti le relazioni fra Italiani e Magiari nel periodo del Risorgimento, mostra ricca di pezzi interessanti e poco noti. In quest'occasione furono distribuiti i primi esemplari di una serie di francobolli, raffiguranti Garibaldi, nonché Turr e Tukory, i due ungheresi più noti fra i partecipanti dell'Impresa garibaldina.
Il giorno 26, nell'Aula Magna dell'Università, si tenne il Symposium dedicato alle comunicazioni riflettenti i rapporti italo-magiari ed il Risorgimento italiano. Ai convenuti rivolse un cordiale saluto e meritate parole di plauso per l'iniziativa, a nome del nostro Istituto, Attilio Depoli.
Nella mattinata, Istvàn Diószegi espose la storia dei rapporti tra il Piemonte e l'Austria durante i due anni seguenti la pace di Milano: l'esposizione, basata sulla corrispondenza inedita del conte Rodolfo Apponyi, ambasciatore austriaco a Torino, è ricca di spunti ignorati e dimostra come l'Austria si servisse di qualsiasi mezzo, dalla pressione politica al complotto segreto, per opporsi al consolidamento del Regno di Sardegna.
Aladar Kiss si occupa dell'attività di Stefano Turr, il quale, secondo Io studioso, rappresenta nell'esercito di Garibaldi la longa manus di Cavour e della monarchia, al punto che avrebbe preso parte alla spedizione per incarico di Vittorio Emanuele allo scopo di neutralizzare l'influenza di Massoni: egli a un certo punto avrebbe suggerito a Garibaldi di por fine all'impresa per trasportarsi coll'esereito in Ancona, ciò che avrebbe portato ad un raffreddamento nei loro rapporti. Le affermazioni dello studioso lasciano molta perplessità nell'attesa di vederne la documentazione.
Gyòrgy Szabad chiarisce le intenzioni e l'azione di Garibaldi in nesso ai rapporti italo-ungheresi, prima e dopo la guerra del 1859, mettendo in rilievo come la politica temporeggiatrice del governo sardo, che non si sente di riprendere la guerra contro l'Austria, abbiano fatto prevalere in Ungheria la tendenza per una soluzione pacifica di compromésso in seguito alle concessioni di Francesco Giuseppe. Kossuth si oppone ai progetti di azioni isolate formulate dagli emigrati che vorrebbero indurre Garibaldi alla ripetizione della sua impresa sulle coste dalmate o a Fiume, per penetrare in Ungheria.
Peter Hanak paria dell'influenza, esercitata in Ungheria dall'impresa garibaldina, cercando di determinare il valore reale di questo influsso per la resistenza nazionale magiara. Il successo dell'impresa aveva indotto, da uh Iato, il governo austriaco a tentare, invano, nel Convegno di Varsavia, un accordo con la Russia e, dall'altro, ad iniziare le concessioni col Diploma di Ottobre del 1860. Le vittorie di Garibaldi spingevano il popolo e gli clementi radicali ad un'opposizione più aperta e fiduciosa, mentre i moderati e gli opportunisti ne sarebbero stati spinti verso i. patteggiamenti col governo.
Nel pomeriggio, Attilio Depoli parlò del volontario ungherese Luigi Winklcr, illustrandone l'interessante figura. II Wiukler, mentre comandava il 18 marzo a Venezia