Rassegna storica del Risorgimento

CHABOD FEDERICO
anno <1960>   pagina <463>
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Notiziario
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una compagnia schierata in Piazza S. Marco, impedì ai suoi saldati di scagliarsi contro i cittadini; partiti gli Austriaci, egli si arruolò nell'esercito veneto e nell'ottobre fu posto a capo della Legione ungherese creata allora dal governo Manin. Con questa partecipò alla difesa della città assediata. Rifugiatosi successivamente a Torino, il Winkler venne a contatto con elementi mazziniani ed il 6 febbraio 1853 si trovava al Po, in attesa di passarlo con gli emigrati ivi raccolti, se il colpo fosse riuscito. Arrestato ed espulso, si rifugia nella penisola balcanica, ma nel 1859 si arruola fra i Cacciatori delle Alpi; dopo Viilafranca passa nell'Italia Centrale e diviene capitano nella brigata Sacchi. Alla notizia della partenza dei Mille, dà le dimissioni e parte per la Sicilia col Tonno H 20 luglio; combatte valorosamente a Cajazzo e sul Volturno ed è ferito il 2 ottobre. Ritiratosi a Pisa, vi muore il 16 gennaio 1861.
Il prof. Koltay-Kastner illustra la figura di un altro volontario ungherese dell'im­presa garibaldina, Gustavo Frigycssy, che sarà accanto a Garibaldi anche nelle imprese successive, mettendo in luce le sue attività di ardente rivoluzionario.
Zoltàu Rózsa, dopo aver parlato della vita precedente di Luigi Tulcfiry, espone i particolari della sua azione nell'attacco a Palermo, della grave ferita riportata e della sua stoica morte. Il Tiikory, dopo Vilàgos, si era fatto maomettano, era entrato nel­l'esercito turco ed aveva partecipato alla guerra di Crimea, raggiungendo il grado di maggiore: nel luglio del 1859 era accorso in Italia ed era entrato nella legione ungherése.
Géza Sallay analizza gli scrittori di memorie sull'impresa garibaldina, dal punto di vista della rappresentazione del popolo siciliano, soprattutto dei contadini, mettendo in luce le conseguenze che ha per la concezione sociale della generazione del Risorgi­mento il contatto con la realtà della vita popolare, che porta all'allargamento del con­cetto di popolo ed alla rivalutazione della funzione delle masse,
Tibor Kardos, titolare della cattedra di italiano all'Università di Budapest, cerca di illustrare gli elementi della formazione intellettuale di Garibaldi ed i suoi rapporti col Romanticismo, attribuendo all'influsso di Machiavelli la sua concezione antipapale. Garibaldi si sarebbe formato un'idea romantica dei popolo come fonte suprema ed ine­sauribile della riscossa contro i tiranni, deducendone la necessità e la possibilità per la nazione di redimersi colle proprie forze senza l'aiuto di potenze straniere e la convinzione che bisognava por fine alla miseria di vasti strati popolari. Egli arriva cosi alla concezione romantica e rivoluzionaria della lotta per la libertà mondiale e per l'unione di tutti i popoli liberi, attirando attorno a sé i volontari dalle più varie nazioni, ma la sua in­fluenza fu più profonda presso i Magiari che erano guidati dallo stesso suo romanticismo rivoluzionario.
n symposium dimostrò quanto sia vivo l'interessamento degli Ungheresi per la figura di Garibaldi e quanto sia sentita la comunanza di interessi quale si manifestò fra i due popoli nel periodo eroico del Risorgimento.
Il giorno 30 fu distribuita con una certa solennità una medaglia di bronzo coniata per l'occasione: la medaglia, del diametro di cm. 6, porta da un lato l'effige congiunta -dì Kossutb e Garibaldi e dall'altra la scritta in italiano; In memoria degli croi caduti per l'unità e l'indipendenza del popolo italiano . All'atto della consegna parlò il dottor Lószló Gyàros, presidente dell'Istituto dei Rapporti Culturali, a cui rispose il conte Franco, ministro d'Italia a Budapest, per rilevare l'importanza della collaborazione storica italomagiara e precisare il valore ed i Hauti della concezione rivoluzionaria di Garibaldi.
Il giorno 2 giugno, a conclusione detta settimana italiana , furono deposte solen­nemente dette ghirlande davanti al busto di Garibaldi che sorge nel giardino del Musco
Nazionale.
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DEPUTAZIONE SUBALPINA DI STORIA PATRIA. PREMIO MARIA CLO­TILDE DAVISO DI CHARVENSOD, PER UNA MONOGRAFIA RIGUARDANTE LA STORIA SUBALPINA. - Il premio por quest'anno 1960-1961 à di lire italiane 100.000. Gli studi presentati al Concorso dovranno essere inediti od almeno editi nell'anno