Rassegna storica del Risorgimento
ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
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1960
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469
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La risoluzione giacobina aW Aricela 469
Albano, di poco superiore al migliaio di abitanti, " la cui pubblica amministrazione era compresa, con gli altri castelli di Civita Lavinia, Genoano, Marino, Monteporzio, Nemì e Rocca di Papa, non nel novero delle comunità dette camerali, perchè immediatamente soggette alla reverenda Camera apostolica, cioè direttamente dipendenti o controllate dagli organi centrali e periferici del Governo pontificio (tali erano, ad esempio, Fra-scali, Albano e Castel Gandolfo), bensì nel novero di quelle baronali o mediatamente soggette perchè sottoposte alla speciale giurisdizione di un barone che ne esercitava il governo per virtù di un diritto d'origine feudale, concesso in epoca più o meno remota dalla Chiesa.2' Ariccia infatti era dal 1661 feudo ducale della principesca famiglia dei Chigi, che ne erano stati investiti dal congiunto papa Alessandro VII, a seguito della vendita fattane dai Savelli, precedenti feudatari dell'antico castello; e quali fossero i rapporti fra sudditi e padroni nell'amministrazione della cosa pubblica era stato consacrato sin da tempo remoto negli Statuti concessi dai Savelli e da loro riconfermati nel 1610.
Secondo questi statuti, la massima autorità di Ariccia era in origine il Vicario che, per delega del barone, esercitava le funzioni giurisdizionali civili e criminali nonché quelle di controllo sulle attività degli organi locali, rappresentativi della comunità vera e propria. Tali organi erano costituiti anzitutto dal Pubblico et Generale Consiglio di un Homo a foco, superstite forma di originaria democrazia diretta: un'assemblea popolare a cui convenivano i capi-famiglia, e che si riuniva a larghi intervalli di tempo, anche annuali. C'erano poi i quattro massari, a cui era affidata la normale amministrazione del pubblico denaro (con i poteri, pressappoco, delle attuali giunte comunali) e nelle cui mani lo stesso Vicario giurava osservanza agli Statuti. I massari duravano in carica un anno, senza possibilità di riconferma, e venivano nominati dal barone in una rosa di sedici consiglieri designati dai massari uscenti; giuravano nelle mani del Vicario; esigevano le tasse camerali o comunicative imposte alla popolazione; si sottoponevano al sindacato dei loro successori (o di
') Quale fosse L'entità demografica di A riccia all'epoca che qui interessa è indicato da uh Ristretto dello Stato delle anime della Parrocchiale Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo della Terra dell'Ariccia nel corrente anno 1796: famiglie n. 340, nomini n. 606, donne n. 758, di comunione n. 947, che non sì comunicano n. 417, canonici n. 12, sacerdoti semplici , 3, chierici n. 7, frati n. 6, maestre Pie n. 3, eremi tu n. 1, di prima comunione manchi n. 12, femmine n. 8; in tutto u. 1364 (Arclu Capii. Ariccia).
2) ELIO Lonor-wi, VArchivio della S. Congregazione del Buon Governo (1592-1847), Roma. 1956. L'ampia introduzione n questo analitico inventario è sussidio prezioso alla conoscenza di tutto l'ordinamento periferico dello Stato pontificio, nel suo complessa sviluppo fi. nei uoi particolari istituti amministrativi.