Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <497>
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La rivoluzione giacobina alVAricela 497
pubblico mandatario ha riferito. Per il che all'ora prescritta essendosi adunati nella Sala del Cittadino Chigi posta nel suo Palazzo di questo luogo, sono intervenuti li cittadini seguenti Capi famiglia.
I nominativi registrati sono 159, circa la metà del numero di famiglie risultante dallo stato delle anime della popolazione ariccina di quegli anni (340 nel 1796). E, poiché la composizione dell'assemblea popolare, riservata ai capifamiglia, corrisponde a quella del Pubblico e Generale Consiglio della vecchia comunità baronale, anch'esso per capifamiglia, possiamo dire che, al confronto delle affluenze registrate nel vecchio re­gime, l'assemblea costituente ariccina fu considerevolmente numerosa e largamente rappresentativa. Convinto spirito giacobino, o timore di met­tersi in cattiva luce verso i nuovi caporioni, o semplice curiosità? Il certo è che l'assemblea si svolse in quelle forme plebiscitarie e con quel tono comandato che è comune a molte altre riunioni di popolo d'ogni tempo e d'ogni luogo.
Premessa la lettura della lettera facoltativa del Consolato di Roma in persona del cittadino Commissario Buzzi Francesco, fatta da me sotto­scritto Segretario ad alta e intellegibile voce, che tutti viddero, sentirono e venerarono, dal prelodato cittadino Commissario furono in seguito fatte le seguenti proposte:
1) se la popolazione dell'Ariccia sia contenta di essersi eretta in Repubblica e di essere tutti liberi al che con unanime voce tutti ap­plaudirono ed acclamarono;
2) se sia contenta della fratellanza ed adesione alla Repubblica Romana al che fu risposto con simile applauso ed adesione;
3) se sia contenta la popolazione di avere per suoi cittadini munì-cipalisti li cittadini Stazi G. Battista, Piervincenti Vincenzo, Catucci Luigi, Piglinoci Filippo, Barbetta Natale.
Dall'adunato popolo furono con applauso universale ed evviva ap­provati per municipalisti li suddetti cittadini... E rese grazie alFAltissimo fu dimesso il Consiglio Pubblico .
Tutti d'accordo, quindi, ed entusiasmo generale. Il vecchio regime è seppellito con tatti i crismi. C'è da pensare che, se la retorica prosa del solito repubblicanissimo Pazielli ha esattamente colto lo spirito di questa storica riunione, i cittadini della libera Commune ariccina, si sentissero suggestionati e trascinati da tutto quel rimbombante orpello di atti e frasi, richiamanti forse in loro le antiche glorie dell'Arie* eia preromana e romana. Ma è anche vero che, se prendiamo i verbali dell'analoga cerimonia svoltasi il giorno precedente, e alla presenza del medesimo commissario Buzi, in Albano, che pur dalla vicinissima insor-
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