Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <498>
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498 Ronalo Lafevro
genza e anche da altre testimonianze sappiamo tutt'altro che favorevole al nuovo regime, troviamo parola per parola lo stesso identico formulario e le stesse plebiscitarie risposte: u il che lascia piuttosto pensare che tatto avvenisse per spirito di opportunistico conformismo ad un regime imposto dalla forza delle armi. H fatto sta che i municipalisti nominati il 18 feb­braio con procedura tanto sommaria e irregolare furono tutti riconfer­mati. 2) Ne con questi atti si poteva considerare assolto il compito assunto dal Buzi. Questi infatti, come aveva già fatto in Albano, convocò nello stesso giorno tutti gli uomini di Ariccia dall'età di diciotto fino alli cinquanta anni per costituire le due Compagnie di Guardia Nazionale che le disposizioni dei consoli di Roma avevano prescritto. Esse furono affidate al Comando dei capitani cittadini Pietro Antonio De Cupis e Federico Crochart; e nello stesso tempo si procedette all'elezione dei deputati che le avrebbero rappresentate alla Festa della Federazione con­vocata in Roma per il 18 e poi rinviata al 20 e nel corso della quale do­veva essere proclamata la Costituzione della Repubblica romana.3*
!) Evidentemente il verbale di questa Assemblea fu dettato dallo stesso Commis­sario inviato da Roma, Buzi sul facsimile di quello già dettato ad Albano e certo conforme ad uno schema a lui consegnato dai Consoli della Repubblica (DEL PINTO, op. cit., p. 285). Anche Arìccia, come Albano, ebbe dai Consoli il decreto di fraterniz-zazionc (seduta del 15 marzo).
2) Se ne integra però il numero con la elezione di un quinto municipalista nella persona di Nicola Barbetta. Nella stessa occasione sono confermati anche due grascieri che la Municipalità provvisoria aveva eletto sin dal 1 marzo, * colle facoltà di invigilare ai pesi e prezzi di ciò che si vende in questo luogo e di evitare il monopolio in materia di viveri. Sono eletti anche due maestri di strada.
3) Deputati furono il primo tenente Luigi Piglincci e il sergente maggiore Angelo Dorclli. Oltre ai deputati militari, doveva essere eletto anche uno della Municipalità, ma a questa missione si era autocandidato quello stesso Commissario Tunerin che aveva impiantato il regime repubblicano in Ariccia il 18 febbraio: autocandidatura le cui vicende si intrecciano, come vedremo, con quelle delle trattative romane per i proventi Chigi. Per quanto concerne la Guardia Nazionale (che ebbe anche funzioni, si direbbe oggi, di polizia giudiziaria per l'esecuzioni tanto civili che crimi­nali) la sua costituzione continuava un'antica tradizione ariccina, piuttosto cospicua al tempo dei Savelli e dei primi Chigi, quando il Maresciallo del Conclave aveva una sua particolare milizia, formata appunto da nriccini, che scendeva in forze a Roma a mantenere l'ordine in tempo di Sede vacante. Ma alla fine del '700 questa milizia si era ridotta molto di qualità e di quantità. Il Lucidi ci testimonia che ai suoi tempi essa era al comando di un solo capitano, che, ad eccezione degli ufficiali, non aveva più una sua divisa, e che ognuno doveva provvedere da sé al proprio armamento, ri sultantc quindi quant'altro mai difforme. Comunque il capitano della milizia ariccina continua ad essere uno dei 4 capitani che assistevano olle ruote del Conclave, mentre in Ariccia la funzione della milizia era ridotta al servizio d'ordine per lo fiera di Gal loro a Pentecoste (LUCIDI, Memorie cit,, p. 178).