Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <505>
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La riwlwsume: giacobina. alVArlcca 505
tre spacci, erano già slati pubblicati gli editti per il relativo appalto al migliore offerente e se ne attendeva l'esito, ma c'era una questione che bisognava risolvere subito perchè molto dipendeva da quella l'esito della gara. Vale la pena, per il suo interesse sociale ed economico, riportare testualmente dai verbali l'impostazione fattane iu assemblea: Nel caso che il forno si affitti sarà assai difficile che un nuovo affittuario possa
controversa) e colla protesta che restino riservate ad ambedue le parti le ragioni tanto per le pigioni a favore del cittadino Chigi, quanto per l'edifici e stigli e privative sndette a favore del Popolo .
Unici a dichiararsi contrari alla soluzione proposta dai Municipalisti furono i cittadini Giorgio Laurent! e G. B. Marconi i quali si protestarono di convenire nel sentimento delli ministri del citt. Chigi per la ragione che loro credono coerente alla giustizia. Furono comunque eletti due deputati per trattare e regolare le suddette discussioni con casa Chigi, nelle persone del presidente Stazi e dei cittadini Do-menico Attenni e Domenico Forti. Sempre dai verbali nel registro n. XI risulta che queste trattative ebbero luogo, nonostante che i Consoli avessero autorizzato la Com-mune ad esperimentare le sue ragioni contro il citt. Chigi (seduta del 5 aprile). Infatti il 10 aprile l'uditore del citt. Chigi comunicava di essere d'accordo a con* cordare a tavolino le differenze esistenti. Non sappiamo però se e quale eaito quelle trattative ebbero. Sappiamo tuttavia che, quando, durante la prima brevissima occu­pazione borbonica, il 2 dicembre del 1798, tornerà a riunirsi il Consiglio delli Quaranta, tra gli argomenti discussi ci sarà quello del diritto della privativa circa il coi pos­sesso i consiglieri decideranno di rimettersi in tutto alle provvidenze che si prende. ranno dal Governo di Roma (voi. XTI, f. 1) e un anno più tardi, subito dopo la ca­duta definitiva della Repubblica romana, sarà proprio il principe Chigi, sollecitato da un dispaccio del Tesoriere Generale, a convocare proprio su questa questione il Pubblico e Generale Consiglio, il 17 novembre 1799. In quell'occasione lo stesso municipalista ed edile repubblicano Vincenzo Piervincenti proporrà che essendo state prima della Repubblica le privativo di pertinenza del Barone, restassero come prima al che un altro consigliere, Giuseppe Setini, obietterà che essendo state le suddette Privative negli anni di abbondanza a profìtto dell'Ilice. Sig. Principe Padrone, e venuta poi nel tempo della così detta Repubblica a carico e dispendio grandissimo della Comminuta, si giudicava bene di fare su di ciò una rappresentanza al sig. Principe sudetto affinchè secondo il dettame della sua ben nota giustizia si compiacesse di dare alla Comminuta qualche compenso. J
La stessa scottante questione verrà risollevata, dopo la fine del Governo prov­visorio Borbonico e la restaurazione dell'amministrazione pontificia (22 giugno 1800), nella seduta di Consiglio del 6 agosto 1800, quando ai dovrà discutere sull'acquisto di grano effettuato sol principio dell'estinta Repubblica per la somma di se. 1413 e si farà osservare che, se la Privativa degli spacci era stata usurpata dalla Comunità, questa doveva ovviamente prenderne il carico, ma se la Privativa era stata invece ad essa addossata non si crede di giustizia e di ragione che il danno sudetto debba rifondersi sopra la stessa Comminuta, atteso che, essendo le privative una specie di contratto tra il Padrone delle medesime ed il Popolo; ed avendo il Padrone di esse più volte fatte brande a coloro i quali nel tempo dell'abbondanza cercavano li suoi vantaggi com­prandosi il pane fuori di territorio e forni venali, perciò nel tempo della penuria è giustizia che il Padrone sudetto pensar dovesse allo sfamo e all'indennizzazionc del Popolo sudetto. II Consiglio propenderà per IH prima ipotesi, riconoscendo ti debito di 1413 scudi.