Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <506>
immagine non disponibile

506
Renato Lefcvre
mantenere l'attuale calibro di sette once di peso per ogni pagnotta e per conseguenza converrà discapitare molto a danno del pubblico erario per l'effetto di non minorare il detto peso del pane, ovvero si dovrà minorare il detto peso per non soffrire alcun discapito. Qual partito ele­gete? La risposta In unanime, a gran voce : Non si turbi la povertà, non si ecciti il malcontento e piuttosto che non mantenere il peso del pane si faccia un debito a carico della Commane . E si stabili che la tassa per l'ammortamento del debito e relativi interessi (compresi quelli pree* sistenti) sarebbe stata ripartita in tre quote, facenti carico una ai prò* prictari, una agli aventi il solo possesso di edifici e terreni, la terza a tutti gli abitanti, per testatico, esclusi i minori di anni sette, ma ivi compresi i forestieri possessori di immobili nel comune.
Quella invocazione a non turbare la povertà e l'irruzione di donne e ragazzi, verificatasi nella precedente seduta, sono eloquente espressione dello stato di penuria e di disagio in cui si dibatteva il grosso della popo­lazione. E, se soltanto dieci giorni prima, a una richiesta giunta da Albano di soccorsi da inviare a Vefletri per nuovi torbidi ivi scop­piati, era stato risposto essere pronta la municipalità ad accorrere da per tutto per la salvezza della Repubblica , ora questa stessa Munici­palità appare incerta e divisa di fronte alle crescenti difficoltà e al mal­contento popolare. Si giunge addirittura alle dimissioni presentate dal Piervincenti e dal Pigliucci, adducenti ragione di salute e di affari. È vero che esse sono respinte nella seduta del 30 marzo essendo neces­sari al bene della Commune i lumi e i talenti delli suddetti : ma è anche vero che non si riesce a trovare a prestito il denaro occorrente per far funzionare gli spacci secondo la deliberazione popolare, e alla fine non ai ravvisa altra soluzione che quella tipica dei momenti di grande emer­genza: la requisizione dei preziosi posseduti dalle chiese locali.
L'eccezionale provvedimento è approvato dalla municipalità il 31 marzo con una motivazione molto interessante, come documento del grande disordine che regnava sul mercato monetario e della estrema sva­lutazione raggiunta dalla carta monetata: Il cittadino Stazi conside­rando che il Pubblico onderebbe troppo a gravarsi di debiti se olii bisogni pubblici di comprare il grano e la carne dovesse acquistare le monete d'argento che sono il solo contante sul quale si formano presentemente le suddette vendite e considerando che le monete d'argento sono salite al valore di cinque scudi in confronto dello scudo consistente in carta monetata* che è la sola che circola in commercio, e che si esibisce da quelli ai quali la Commune in seguela della precedente risoluzione consi­liare ha domandato denari ad interessi, e considerando finalmente che