Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <510>
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510 Renato Lefevre
floreale anno VI, cioè del 22 aprile 1798, i verbali, iniziati il 30 pluvioso (28 febbraio) portano: eli cittadino Pietro Donati, presidente della Mu­nicipalità residente in Albano, trasmise un bigliétto col anale annunziò esser spirate ed estinte le funzioni della nostra Municipalità . Ecco poi, quattro giorni dopo, la firma di Gioacchino Ghisi prosegretario e no-taro pubblico per la presa in consegna di tutto quanto era appartenuto alla cessata municipalità provvisoria e, voltando ancora pagina, eccoci d'un salto, a sette anni dopo, al 25 maggio 1805 quando un amanuense del tempo, a corto di cancelleria, tirerà fuori questo vecchio e storico registro, rimasto in gran parte in bianco, per trascrivervi le lettere della Sacra Congregazione del Governo riguardante Ariccia: sette anni, in realtà, di non minori angustie, traversie, rivolgimenti per il piccolo borgo castellano, trascinato di riflesso nel drammatico turbine degli avvenimenti romani, italiani, europei.
Per quanto riguarda specificamente il periodo della Repubblica ro­mana, manca nel piccolo archivio ariccino una serie organica di docu­menti che consenta di seguire ordinatamente lo sviluppo di quelle vicende, e vi manca probabilmente proprio perchè Ariccia, come tutti i Castelli e certo più di Roma stessa, ebbe a soffrire di imo stato di estrema insta­bilità di Governo legata alla posizione geografica della zona, teatro del­l'agitato flusso e riflusso delle avverse forze militari, quelle di parte francese e quelle della coalizione austro-napoletana decisa a ristabilire negli Stati romani il legittimo governo pontificio. Né bisogna dimenticare il peso che sulle condizioni di vita dei Castelli, posti sulla direttrice Roma-Napoli, ebbe l'azione di guerriglia, se non di brigantaggio vero e proprio, condotta da una quantità di irregolari, di bande armate, non sempre di chiara affiliazione politica.
Questa oltremodo confusa situazione generale e questa continua ansia del peggio si riflettono appunto nella frammentarietà della docu­mentazione archivistica, ridotta in gran parte alle registrazioni contabili fatte più tardi, dopo il ripristino dell'Amministrazione pontificia, quan-
o paolo corrispondeva a 10 baiocchi), senza di che si rifiuta alla consegna. Per prove* dere all'istantaneo bisogno sì depositi in mano del citi. Abondi la somma di se. 125 per riaverla allorché entro il corrente mese se gli darà la moneta suaccennata e con questo presidio si prendano dal medesimo 10 castrati . Allo stesso tempo però ci si preoc­cupava di sollecitare il ciu. Carlo Antonini per il disegno del Piedistallo dell'Albero della Libertà ù per il rametto della Libertà da imprimerai nei fogli pubblici . I fogli arrivarono e si Stabili che in essi si scrìvano le lettore in nomo della Municipalità e si diano io patenti all'officiali dipendenti dalla medesima Municipalità . Furono anche pagati tre scadi por il sigillo per la segreteria della Comune (20 aprile).