Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <514>
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Renato Lefevre
inaspettatamente, proprio quando tutto il paese era sotto l'incubo del saccheggio di più di 3000 fanti francesi accampati sul luogo, erano soprag­giunte truppe napoletane, avanguardia all'ala sinistra dell'esercito austro' napoletano che, agli ordini del generale Macie, aveva invaso da sud il territorio della Repubblica romana. E non pochi avevano attribuito tanto insperato intervento alla miracolosa intercessione della Madonna di Gal' loro che, dal santuario soppresso dai giacobini, aveva trovato rifugio dal luglio, nella chiesa collegiata dell'Assunta. l) È noto che le truppe borboniche giunsero fino a Roma e l'occuparono; che lo stesso re Fer­dinando IV fece il suo vittorioso ingresso nella Città eterna il 28 no-vembre. All'ondata di euforia determinata da questi avvenimenti si ricollega appunto, anche in Ariccia, il ripristino dei vecchi ordinamenti pontifici, con la riunione del Consiglio delli uomini Quaranta .
Bisogna riconoscere che giacobini si, papalini sì, ma in fondo gli ariccini, a quel che ne sappiamo, erano tutti brava gente che si lasciava portare passivamente sul flusso e riflusso degli avvenimenti, non ci met­teva né odio, ne spirito di vendetta, cercava in fondo di uscire con il minor danno possibile dai contraccolpi di tanto sconvolgimento. E poi, l'abbiamo già rilevato, erano su per giù sempre gli stessi ad alternarsi nelle cariche, e avevano quindi interesse a non sbilanciarsi troppo per avere il più possibile le carte in regola. È logico, quindi, vedere parte­cipare al Consiglio del 2 dicembre non pochi che avevano avuto cariche pubbliche al tempo del Papa o che erano evidentemente di parte baro­nale; ma non fa neanche meraviglia vedervi in veste di priore quel Filippo Pigliucci che era stato municipalista giacobino e che ai giacobini aveva offerto, il giorno della rivoluzione , un rinfresco in casa propria, anche se. più tardi aveva dato le dimissioni, peraltro respinte all'unani-
*) MORONJ, Dizionario di Erudizione storico-ecclesiastica, voi. n. :.>?, p. 203, Anche in TRANQUILLI M., R Santuario di Galloro (Albano Laziale, 1953, p. 12). Sotto la data del 22 maggio : Al sig. Angelo Dorelli sergente della Guardia Nazionale a contò della guardia fatta dai soldati di questa Coimntinc nel venerabile Monastero di Galloro soppresso, se 2 . Analoghi pagamenti allo stesso scopo ripetuti ogni due o tre giorni, a tutto giugno e altri ancora sono registrati sotto il nome di Domenico Forte e Francesco Ciao fanelli periti a conto della perizia delti beni di Galloro e S. Nicola . E' dello stesso periodo la venuta in Ariccia .degli agrimensori de' beni nazionali (Àrdi. Ar. voi. n. 21, f. 14 e ss.).
A proposito dei Vallombrosani, che dal 1630 avevano la cura del Santuario, si può osservare che le particolari sollecitudini da essi dimostrate per gli amministratori giacobini dell'Aricela erano giunte fino alla richiesta della cittadinanza ariccina da parte dell'abate G. B. Molinari milanese e del monaco Torello Magni, richiesta sulla quale però la Municipalità, nella seduta dell'] 1 aprile, non aveva ritenuto di pronun­ciarsi (voi. XI f. 46).