Rassegna storica del Risorgimento

ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno <1960>   pagina <515>
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La rivoluzione giacobina all'Aricela 515
mità; e vedervi ancora eletto a pieni voti pro-Segretario lo stesso Piervincenti che abbiamo or ora ricordato come edile sotto l'ammini­strazione francese. Né fa meraviglia, in questa atmosfera tutta familiare, assistere, invece della caccia ai traditori ed ai partigiani rituale in simili circostanze, all'ingresso in Consiglio del presidente stesso della Mimici* palila provvisoria giacobina, Giovanni Battista Stazi, che fa istanza di rendere i conti della sua amministrazione : istanza concordemente accolta e approvata. E fa sorridere la decisione dei reazionario Consi­glio di marca papalina di eleggere poi lo stesso Stazi, insieme al notaio Ghiti che era stato segretario della Commune in tempo di edilato, a mem­bro della commissione incaricata di sindacare proprio l'amministrazione degli edili a lui succeduti.
Comunque fu, quella dei primi di dicembre del 1798, una friggevo lissima parentesi. E, se la storia nasce anche da insignificanti episodi della vita quotidiana, hanno il loro valore documentario, ad esempio, tre annotazioni contabili, che pochi giorni dopo, sotto la stessa data del 13 dicembre, registrano 4 boccali di vino a b. 20 a boccale per la truppa napoletana ; ma anche 12 misure di fave per la truppa fran­cese che andava alla volta di Napoli, scorzi 30 pari a se. 2,40 , nonché il trasporto di 2.500 fascine di fieno per li cannonieri della armata francese di passaggio . Mentre il primo mandato è firmato dal pro­governatore Piglinoci di marca papalina, l'ultimo porta la certifica del­l'edile repubblicano Colucci. Era accaduto infatti che, sotto la minaccia dell'offensivo ritorno del generale Championnet, vittorioso nei decisivi scontri in corso nella Sabina e nelTUmbria, re Ferdinando si era affret­tato, il giorno prima, ad abbandonare Roma e a prendere la via del ritorno, passando al gran galoppo per Ariccia; e proprio quel 13 dicem­bre i Franco-Polacchi non solo avevano rioccupato Roma, ma si erano
i) Dopo la soppressione della Municipalità provvisoria, si erano succeduti nella carica di edile Vincenzo Piervincenti. G. 13. Mancini e Luigi Colucci. A sindacatori della Municipalità provvisoria, presieduta dallo Stazi e dell'editato del Piervincenti furono eletti il canonico Éjranccsco Sinibaldi, il cap. Pietro Alberti e Marco Capponi; a sin­dacatori degli edili Mancini e Colucci, il nostro Stazi, il notaio Giovanni Ghiti e il canonico Giuseppe Sordini. I successivi avvenimenti, naturalmente, impedirono l'esame sindacatori o, che fu ripreso e condotto a termine solo dopo la restaurazione pontificia del 1800 da una nuova Commissione, come risulta dal registro di EH trailo ed esito della Communiià ariccina dal 1798 al 1800 (voi. n. XXI). Esaurito questo argomento, il Consiglio dei Quaranta del 2 dicembre 1798 si occupò della scottante questione dei * proventi > cioè dell'esercizio dei pubblici spacci, tra l'altro reintegrando nella carica i grascieri * (eletti dalla Municipalità provvisoria all'inizio della sua amministra­zione) con lo specifico incarico di invigilane su di detti proventi alfine di evitare qualunque ingiustizia e angaria del Popolo .