Rassegna storica del Risorgimento
ARICCIA ; STATO PONTIFICIO ; GIACOBINI
anno
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1960
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pagina
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518
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518 Renato Lefevre
Anche Ariccia è alla sua mercè naturalmente. E già il 17 settembre, mio dei maggiori possidenti di Ariccia, il capitano Pietro Alberti, riceve un precetto dal Quartier generale di Fra Diavolo in Albano, che gli impone di tenere a disposizione tutto il vino che ritiene nelle grotte di Ariccia . È vino già venduto, ma Fra Diavolo non ammette repliche. Infatti il giorno dopo caricò quel generale per la sua truppa botti 5 di vino di barili 16 l'ima, per forza, dicendo il tutto per ordine di S. M. Siciliana, e benché detto vino fosse di già venduto agli osti di Roma al prezzo di se. 10 il barile; e con due ricevute lo fece caricare . Non c*era da scherzare, dato che proprio il giorno prima aveva fatto fucilare uno dei più onorati cittadini di Albano proprio per il suo tentativo di opporsi ad una analoga incetta di vino. H E ancor meglio si comprende lo stato di intimi dazione in cui le numerose requisizioni del genere si svolgevano quando come risulta dai registri ariccini ad effettuarle era col ordine del gen. Don Michele Pezza col ordine del Re delle Due Sicilie Ferdinando V , quel comandante Antonio Caprara, che fu notissimo partigiano sanfedista, che il Murat aveva fatto imprigionare durante la sua spedizione di Velletri, che i Borboni insignirono del titolo baronale nonostante che il nipote del cardinale Borgia, in una cronaca manoscritta velletrana, appunto riferentesi a questi avvenimenti, cosi lo ricordasse: il famoso Fra Diavolo, brigante fuoriuscito, omicidario imbastaro di professione, che davasi titolo di generale, avendo come capo di briganti un tale Antonio Capraro, alias senza culo, uomo villano ignorante, mulattiere e facchino di professione e si intitolava comandante .2*
Così rAriccia, ormai stremata dai continui salassi delle truppe napoletane di Fra Diavolo, calabresi del cardinale Ruffo e perfino russe della coalizione sanfedista, dopo gli altri innumeri subiti in precedenza da parte di Francesi, Polacchi, Austriaci e Romani, tornava, e questa volta sta
li A esempio delle altre numerose ingiunzioni intimate da Fra Diavolo a carico di ariccini, ai può ricordare che il 9 gennaio Giuseppe Pierviccnti, fratello dell'ex mu-mcipalista e edile Vincenzo, presentò alla Comunità un certificalo, controfirmato dal priore Marconi, qualmente la truppa del gen. Don Michele Pezza detto fra Diavolo stazionata in Albano che con suo ordine por forza ha preso a sudetto Piervincenti la seguente robba, cioè alla tenuta di Petronella, cioè due cavalle, una morella l'altra falpa giovane del valore di se. 47 l'una, quattro cavalli giovani del valore di se 76 l'uno, n. 7 selle a capezza e briglie- del valore di scudi 17,50 l'uno, nove vacche da campo del valore di 45 l'una, due giovenchi di tre anni del valore di se. 40 l'uno, n. 6 seccaticic del valore di 28 l'una, due vitelle a se. 18 l'una et alla Ariccia un cavallo morello, detto Bochino con solla e briglia del valore di se. 90, n. 6 sacchi novi e due pagliacci del valore di se. 9 = somma se. 1272,50 (voi. XXI, f. 27 t.).
2) A. LEONE, G. Murat e Fra Diavolo a Velletri, p. 791.