Rassegna storica del Risorgimento
MAZZINI GIUSEPPE
anno
<
1960
>
pagina
<
530
>
530
Emilia Morelli
l'esercito regio. Anche in queste condizioni, noi sentiamo ripetere: I repubblicani non cospirano oggi per la repubblica. I repubblicani lavorano per l'unità della Patria... per questa combattono e muoiono in Sicilia sotto una bandiera che non è la loro, ma la accettano perchè innalzata dal popolo .*) Si potrebbe pensare che queste parole vogliano mascherare l'effettivo assottigliarsi del suo partito, se non si sapesse la lotta che egli dovette sostenere, specie dopo il 1861, perchè Fazione dei repubblicani restasse ancorata all'ideale unitario e mirasse a una rapida emancipazione da ogni straniero , a convincere la monarchia di vivere vita italiana davvero e compiere, s'è in essa di farlo, il debito suo.2) Come il suo avversario, Massimo d'Azeglio, Mazzini ora lottava perchè, ottenuta quella materiale, si conquistasse l'unità morale: da questa era sicuro scaturisse la repubblica.
Aspetta, senz'altro, una riscossa antimonarchica, ma quando ha alcune assicurazioni dalla Sicilia, quasi le teme perchè un moto anche repubblicano che conducesse a far pericolare l'unità nazionale, sarebbe colpevole . Si accingerà al suo ultimo viaggio politico e si farà arrestare sulla sponda del mare di Palermo per non lasciare il campo agli autonomismi .a) Il suo nome e la sua presenza dovevano rappresentare la garanzia di unità.
Questa visione superiore era, torniamo a sottolinearlo, di Mazzini, ma non era condivisa da tutti i suoi seguaci. La sua religione gli aveva allontanato tanti amici ed anche quelli che gli erano rimasti vicini erano dei politici. In loro, forse, dopo il 1861, non era cosi assillante il timore che si sfasciasse la conquistata unità e si buttavano senza preoccupazioni nella lotta contro la monarchia. Per Mazzini, invece, era sempre vivo e presente il tormentato sogno di Savona; per lui non si poteva cancellare il sorriso ironico di chi non aveva creduto al suo apostolato unitario. Guardava all'Italia che aveva voluto bella del sorriso della natura, incoronata da venti secoli di memorie sublimi, patria del genio, potente per mezzi infiniti, a' quali non manca che unione; ricinta di tali difese, che un forte volere e pochi petti animosi basterebbero a proteggerla dall'insulto straniero.4) Così aveva dipinto a Carlo Alberto nel 1831 la patria futura il solo Italiano che allora credesse fermamente nella possibilità di unificazione della nostra penisola.
EMILIA MORELLI
I) Ultima verbo, S. E. !.. voi. LXVJ, p. 107.
2) jlUa redazione dell' Unità italiana , S. E. I., voi. LXIX, p. 288.
3) Lettera a Rosario Bagnaeco, 20 luglio 1865, S.E.I., voi. LSXXI, p. 20; a Federico Campanella, 3 aprile 1867, S. E. /., voi. LXXX1V, p. 307.
*) S. E. I voi. II, p. 33.