Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno <1960>   pagina <532>
immagine non disponibile

532 Magda Jàszay
tante Descrizione geologica, con carta appositamente da Ini delineata dei paesi sassoni sommessi alla Prussia lo interessano le condizioni sociali e politiche dei popoli della Germania; parla con ammirazione dei nuovi fermenti, della deli­berata preparazione ad un rinnovamento politico o predice uno splendido avve­nire a quel paese.
Lo scoppio della rivoluzione di febbraio lo trova in Toscana, intento, dietro suggerimento dello Humboldt, ai BUOI lavori di geologia. Ma alla notizia degli avvenimenti parigini abbandona gli studi per accorrere a vivere anehYgli il trionfo delle idee tante volte discusse negli incontri con gli amici patrioti. Poco dopo, però, le Cinque giornate lo chiamano nella sua città, a offrire i suoi servizi al Governo provvisorio. Può contare sull'appoggio del Mazzini, anche lui pre­sente a Milano; la sua lunga permanenza a Parigi avrà, certamente, detcrminato il Governo ad affidare a lui l'incarico di rappresentarlo presso la nuova repubblica francese.1) Repubblicano e federalista, egli si dimetterà, però, il 21 maggio perchè contrario all'unione della Lombardia col Regno di Sardegna.2) Il 22 Marzo,, organo ufficiale del Governo lombardo, commentando l'accaduto scrive: 11 Governo provvisorio manifesta il dovuto merito allo zelo e alla operosità di che in più incontri diede prova il sig. Frapolli, del quale rispetta cosi il carattere come l'indipendenza delle opinioni.3)
Dopo l'armistizio, il Frapolli fece parte della delegazione inviata dal Mazzini al ministro degli esteri Bastide per chiedere il suo appoggio per la liberazione della Lombardia. Rimase a Parigi anche dopo ed ebbe occasione di conoscere così vari rappresentanti del movimento democratico europeo, specie dei popoli soggetti all'Austria. Fu collaboratore del giornale La Tribune des Peuples che visse, con interruzioni, fino al 10 novembre 1849 ed era portavoce delle aspirazioni e delle rivendicazioni nazionalistiche dei popoli oppressi. Intorno a questo periodico si raggruppavano, infatti, gli esponenti di vari paesi d'Europa: V. Pasini, rappresen­tante della Repubblica veneta, Golesco della Valacchia e della Moldavia, Andrea Torquato Brlic degli Slavi del Sud.4) Faceva parte del gruppo anche Adamo Mickiewicz, sostenitore della causa della Polonia, nonché Ladislao Teleki, inviato ufficiale del Governo rivoluzionario ungherese a Parigi; e vi faceva le sue appari­zioni anche Francesco Pulszky, incaricato d'affari ungherese a Londra. Il Frapolli aveva, cosi, la possibilità di informarsi della situazione interna dei paesi europei coinvolti nel grande movimento democratico e di formulare, tenendo conto dei problemi internazionali, un concreto programma politico che avrebbe esposto qualche anno più tardi in un suo scritto rimasto inedito.
Presto egli riprese l'attività diplomatica: il 14 febbraio il Governo provvisorio della Toscana lo nominò, in successione di Giulio Martini, suo plenipotenziario al Congresso di Bruxelles e, dal 15 marzo, incaricato d'affari a Parigi. In tale
') L'attività del Frapolli nel biennio 1848-49 è ampiamente trattata nel citato volume di M. Menghini; perciò ci limitiamo a riassumerla brevemente.
2) Per chiarire la propria posizione, cosi egli scrìve, l'8 giugno '48, al Governo prov­visorio: Io non sono un nemico, ina un amico diffidente, che si tira in disparte e vuol osservare cosa si fa. Certo, che se si trattasse della costituzione definitiva di un'Italia smem­brata e divisa fra un numero più o mcn grande di principi, io combatterei, per quanto sta in me, questo sistema con ogni mezzo . M. MENGHINI, op. cu., p. 18.
*) M. MENGHINI, op. cit., p. 21.
4) V. anche A. TAMBORRA, Cavour e i Balcani, Torino, 1958, p. 101.