Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno <1960>   pagina <534>
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534 Magda JSiszaf.
dal Governo, venne, poi, accusato di partecipare a complotti politici e, dopo un breve arresto dovette abbandonare il territorio francese entro ventiquattr' ore.
Più tardi, riparato in Svizzera, in una lettera diretta all'avvocato Gabussi, che gli chiedeva notizie sulla sua attività parigina da inserirsi in un'opera storica, il Frapolli, forse anche coll'intento di chiarire certi dubbi, insiste ancora sul fatto di esser stato lasciato, da parte del suo Governo, sprovvisto di mezzi fino a rimetterci del suo e rimanere oppresso di debiti, e tiene a mettere in rilievo l'importanza del proprio atto di protesta contro l'intervento francese a Roma.*)
In Svizzera il Frapolli, stabilitosi a Lugano, è in stretto contatto col Mazzini, con Aurelio Saffi e altri patrioti, che fanno capo alla rivista Italia del Popolo, stampata dalla società editrice Bonamici e fondata dal Mazzini. Si interessa della pubblicazione dell'opera con l'amico Sani; combina vendite e spedizioni di equipaggiamenti e si lamenta di essere ancora perseguitato dal Governo francese. La situazione degU esuli a Lugano è resa, inoltre, pericolosa dalla vicinanza dell'Austria, la quale ad un dato momento minaccia* di invadere il Ticino.2) Tra gli esuli, del resto, non regna un perfetto accordo: intrighi e fazioni li dividono; il Frapolli, temperamento violento e intransigente, non ne è alieno.3)
In Isvizzera vive anche il generale Giorgio Klapka, emigrato ungherese, l'eroico difensore del forte di Komàrom durante la guerra d'indipendenza, il quale, terminata la guerra per l'intervento dell'esercito russo, si era rifugiato in Svizzera e aveva trovato impiego presso una banca. Per conto di questa, il Klapka fa frequenti viaggi all'estero e mantiene relazioni con gli altri emigrati ungheresi stabilitisi nei vari paesi europei, specie a Parigi e a Londra. Nel 1853 il Mazzini lo chiama a Lugano per trattare con lui di un progetto di insurrezione in Lombardia; al Klapka sarebbe stato assegnato il compito di agire sui soldati ungheresi che prestavano servizio nelle guarnigioni austriache, esortandoli alla diserzione.4) Lo scoppio prematuro e la conseguente repressione della rivolta di Milano fecero fallire il piano, ma durante la sua visita a Lugano il Klapka aveva avuto occasione di far conoscenza anche col Frapolli, conoscenza che egli utilizzerà, nel 1859.
Ì Lettere aH'aw. Gabussi in data 23 giugno e 27 agosto 1852; AI. Bis., busta 57, n. 15; v. appendice.
2) Lettere di FrapoUi ad Aurelio Saffi, del 12 e 23 febbraio 1851; A I. Bis., basta 255, n. 74; v. appendice,
3) in an'altra lettera al Saffi, del 4 febbraio '51, scrive: Ti ricordi che Sirtori una sera raccontò in presenza di noi tutti come all'annunzio delle botte di Milano, esso si sia portato successivamente da Lamberti da Lamennais, da Ferrari e poi da me per consul­tarsi su ciò che si dovesse fare e per aver di che partire; che allora Ferrari rispose tran­quillamente che doveva andare a Strasburgo a far le sue lezioni di filosofia, Sarà bene che tu interroghi di nuovo con bel modo il Sirtori e ohe tu mi scriva questa cosa. Poiché devi sapere che ci si minaccia di una coalizione di tutte le personalità dissidenti e che il Ferrari sputa veleno dappertutto. Fa anche di farti ripetere come al mattino del 24 febbr. il Ferrari reagisse contro me e Sirtori che volevamo fare le barricate . A I. Bis., busta
255, n. 74.
4) G. KLAPKA, Atta meinen Erinnerungen* Zurigo, 1887, p. 301.