Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno <1960>   pagina <537>
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Ludovico Frapolli e gli emigrati ungheresi 537
dominio austriaco. Un primo corpo, costituito da una legione ungherese soste­nuta da una divisione francese, doveva sbarcare a Fiume, coordinando la sua azione con quella delle forze inviate alla frontiera della Serbia e della Moldavia, pronte a irrompere nel Banato e, rispettivamente, nella Transilvania.
11 piano viene accettato in linea di massima e, come primo passo, al Klapka si affidano due missioni: un viaggio a Costantinopoli, nel mese di marzo, per sondare il terreno e ottenere l'adesione del principe Cuza viaggio concluso con risultati soddisfacenti e l'organizzazione, nel territorio italiano, della legione ungherese, sostegno delle future operazioni militari. I quadri della legione pote­vano essere forniti dai soldati ungheresi disertori dell'esercito austriaco e dai prigionieri di guerra catturati nelle battaglie. Pertanto si stampano proclami in lingua ungherese, diffusi, poi, dai colonnelli Alessandro Teleki e Gregorio Bethlen, e si costituisce il Gomitato nazionale ungherese formato dal Kossuth, dal Klapka e da Ladislao Teleki, per dare una direzione unica alla cooperazione ungherese.
Per raccogliere i prigionieri ungheresi nei campi di concentramento della Lombardia e negli ospedali, il Klapka si vale anche dell'opera del Frapolli, rientrato in patria per partecipare alla guerra.1) I soldati potevano scegliere se rimanere prigionieri o entrare nella legione, che aveva stanza ad Acqui. Cosi, dopo la battaglia di Solferino, la legione raggiunge l'effettivo di circa 3200 uomini. Arrivano molti emigrati già ufficiali dell'esercito ungherese del 1848-49 a offrire i loro servizi: cosi il maggiore Tiikòry e il colonnello Dimyov, futuri compagni d'arme di Garibaldi.2)
L'inatteso armistizio di Villafranca tronca tutte le speranze e anche per la legione cessa ogni ragione d'esistenza: si provvede a scioglierla e ad ottenere dal Governo austriaco la garanzia che i soldati possano tornare liberamente in patria.
Il Frapolli, invece, viene chiamato ad altra missione. A Modena, dopo la partenza del duca (11 giugno) governa Luigi Carlo Farmi, amico e compagno d'emigrazione del Frapolli. L'armistizio prevede la restaurazione degli antichi sovrani nei ducati dell'Italia centrale, ma la popolazione è contraria e Cavour prima di dare le sue dimissioni, cerca di salvare per il Regno sardo le province spontaneamente offertesi. Il Frapolli stesso racconta di essere stato chiamato, verso la fine di luglio, tramite Alessandro Bixio, da Cavour, il quale, illustrata la situazione, lo avrebbe invitato a recarsi a Modena e a organizzare la difesa d'accordo col Farmi o, se questi fosse già partito seguendo gli ordini trasmessigli, per conto proprio. Lui stesso avrebbe provveduto a mandargli armi e volontari, per respingere eventuali tentativi di restaurazione del duca spodestato.3)
*) Lettera di Klapka al senatore Pietri, Torino, 14 giugno 1859: Permettez raoi de profiter du départ du Coloncl Frapolli pour Vous l'aire parvenu* ces quelgucs lignea... Le Coloncl Frapolli est prie de ma part d'organiser dans Ics grandes villes derricre Parnicc la reception dea Hongrois et autant que possible leur écoulcment sur Génes. 11 doit y avoir bon nomJbrc de débandés et de déserteurs. Du reste il aura Phonncur de vous entre-tenir, M. le Sénatear, sur ce sujet; j'ose espérer quo Vous voudrez bien lui venir en aide avec vos bons conseils... E. KASTNER, op. cil., p. 256.
2) Sulla legione ungherese v. anche A. VIGEVANO, La Legione Ungherese in Italia, Boma, 1924 e T. Acs, A gettonai lòzadàs. A magyar tieniseli Igasgatòsàg regénye (La rivolta di Genova. Romanzo del Comitato Nazionale Ungherese), Budapest, 1958.
3) LUIGI CABLO FARINI, Quadri storici ecc. cit., pp. 28-30; v. appendice.