Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno <1960>   pagina <540>
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540 Magda Jàszay
assicurato le comunicazioni con la Toscana, indusse il Governo sardo a solleci­tarne l'esecuzione bandendo un concorso. Un grappo di capitalisti inglesi, tra i quali il banchiere Croskcy, vecchio amico di Kossuth, e gli ingegneri T. Robert­son e J. Grandham, si interessò all'affare e chiese la mediazione di Kossuth, il quale, per questo, si rivolge al Pulszky e lo incarica di informare Cavour della faccenda; egli, con la sua partecipazione all'affare, spera di trovare i fondi per aiutare la causa ungherese. Cavour si informa presso il Ministro dei lavori pub­blici Jacini e consiglia di agire presto,1) ma, d'altra parte, dichiara di non essere in grado di dare il suo appoggio, perchè la competizione tra i vari concorrenti deve essere decisa en dehors de tonte préoccupation politique : vincerà chi potrà offrire le migliori condizioni.2) Il Pulszky, a sua volta, si rivolge al Frapolli, noto come uomo versato negli affari, e questi promette la sua collaborazione. Ma le trattative vanno a lungo: il ministro Jacini è nuovo nella sua carica, senza espe­rienza nelle questioni ferroviarie: ancora nel mese di luglio tutto è sospeso, e invano il Kossuth sollecita una risposta concreta.3)
Intanto, però, gravi avvenimenti hanno distratto il Frapolli dall'impresa delle ferrovie. Come i suoi amici, anch'egli segue con ansia la preparazione della spedizione garibaldina. Le notizie dei moti siciliani tengono sospesi gli animi: ad un certo punto si crede definitivamente vinta l'insurrezione. Cavour, temendo sempre complicazioni internazionali e un clamoroso fallimento, cerca di impedire la partenza dei Mille: il 24 aprile il suo ministro e amico Farmi manda il Frapolli a Quarto con l'incarico di dissuadere Garibaldi dall'impresa. Garibaldi lo ascolta e Frapolli, persuaso di esser riuscito nell'intento, ritorna a Torino per riferire e tranquillizzare Cavour* Tuttavia, egli è fra quelli che godono la fiducia dei com­pagni di Garibaldi: Agostino Bertani, organizzatore della spedizione e capo della Cassa centrale per soccorso a Garibaldi a Genova, lo comprende, insieme con Crispi, Bixio, Cosenz, Cairoli, Sirtori e altri, nella lista dei patrioti sulla cui colla­borazione si potrà contare nella futura azione.4)
Infatti il Frapolli, date le sue tradizioni, non può rimanerne estraneo. Collabora, come meglio può, valendosi anche delle esperienze del periodo mode­nese: aiuta il Bertani nel rifornimento d'armi e manda volontari in Sicilia. Il 9 luglio scrive da Genova a Garibaldi per proporgli l'acquisto di centomila fucili americani, trentamila francesi e trentamila prussiani, e lo consiglia nella scelta.5) In agosto, poi, decide di raggiungerlo a Palermo; dopo aver pregato il Pulszky di inoltrare la sua corrispondenza a sua moglie a Parigi,6) il 15 agosto arriva nella capitale della Sicilia. Si è alla vigilia dello sbarco garibaldino sul continente: il Generale è andato a conferire con Bertani ed è in procinto per partire per Mes­sina, dove il Frapolli Io seguirà. Egli dà notizia al Pulszky di un'impresa ardita
J) Lettera Pulszky a Kossuth, Torino 8 maggio 1860; A. C. S. - Bp., Fondo Kossuth, n. 1.3300; v. appendice.
2) L. KOSSUTH, op. i., voi. Ili, p. 127.
3) Lettera Kossuth a Pulszky, Londra 4 luglio 1860; A. C. S. - Bp., Fondo Kossuth, n. L3341; v. appendice.
w J. W. MARIO, op. i., p. 350.
s) Lettera Frapolli a Garibaldi, Genova 9 luglio 1860; A. I. Bis., busta 45, n. 27; v. appendice.
<"Ìrapo1Ii a Pulszky, Torino 13 agosto 1860; A. B. Naa. - Bp Fondo Pulszky, carteggio FrapoIli-PulBzky.