Rassegna storica del Risorgimento
UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno
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1960
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pagina
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545
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Ludovica Frapolli e gli emigrati ungheresi 545
Il Frapolli, un'altra volta a Parigi per affari, critica Patteggiamento inerte del Governo così come la propaganda svolta dalla stampa, che non può che produrre un effetto contrario, perchè rivela all'Austria i propri lati deboli e l'impotenza dell'Italia.1) Il Governo italiano attende l'iniziativa dell'Ungheria per muoversi,2) mentre in Ungheria la delusione per la mancata guerra italiana rafforza sempre più il partito moderato guidato da Francesco Deàk, che tende a giungere ad un accomodamento pacifico con la Monarchia austriaca su basi costituzionali. Il Governo italiano tuttavia, nell'attesa degli eventi, continua a mantenere la legione ungherese, nel seno della quale si manifestano sempre più dissensi e insofferenze: l'inazione e l'incertezza dell'avvenire agitano gli spiriti e la scontentezza prorompe: il Kossuth, stabilitosi a Torino fin dal 1862, deve intervenire per calmare gli esuli.8)
Ancora una volta il Frapolli sollecita la sua collaborazione nel campo degli affari: gli chiede di essere, insieme col Klapka, uno dei promotori e patroni di una fàbbrica d'armi nazionale da costituirsi ad iniziativa di un comitato di deputati di cui egli stesso fa parte. E aggiunge: ... car non seulement Vous étes des noms européens, mais Vous étes nos meiìleuxs alliés et amis. Que, si le gouver-nement italien était vraiment intelligent, il devrait avoir toujours l'un de Vous à ses còtés .-*)
Negli anni successivi l'Austria si manifestava disposta a entrare in trattative intorno a una eventuale cessione del Veneto. Nel 1864, al tempo del ministero Minghetti, si prospettava la possibilità di una rinunzia dell'Austria a quel territorio per compensi che avrebbe ottenuto nei Principati danubiani. Nell'anno successivo, essa cercava la mediazione dell'imperatore francese per appianare le divergenze con l'Italia. Da parte sua, Napoleone IH espresse più volte ai diplomatici italiani il parere che l'Italia dovesse effettuare il già progettato sbarco sulle coste dalmate per suscitare l'insurrezione in Ungheria.5) Anche Vittorio Emanuele H era favorevole all'idea, che voleva realizzare con l'aiuto di Garibaldi, mail generale La Marmora,presidente del consiglio dal 1864, era contrario al piano sia perchè, come militare, ripugnava dai mezzi rivoluzionari, sia perchè le notizie giunte dall'Ungheria prospettavano un possibile accomodamento tra la Casa d'Austria e la nazione ungherese, nel qual caso non si poteva contare sullo scoppio spontaneo di un'insurrezione. Preferi, negli ultimi mesi del 1865, iniziare trattative ufficiose coli'Austria, offrendo di riscattare il Veneto per una somma di 500 milioni.6) Le trattative non portarono, però, a risultati concreti, e nell'aprile dell'anno successivo fu concluso il trattato di alleanza italo-prussiano. Il
*) Frapolli a Pulszky, 31 ottobre '61, A. B. Naz. - Bp. 1. cit. v. appendice.
*) Il 28 dicembre '61 il Bicasoli dichiara: Io amo e l'Italia e l'Ungheria e voglio veramente il fine per il bene dell'una e dell'altra. Ove l'Ungheria creda di non dover transigere con l'Austria, e questa volontà prorompesse con moto vigoroso, Pltalia non starebbe un istante per assaltare l'Austria nella Venezia... l'ora fatale sarebbe sonata per le dne nazioni contro il nemico comune . S. MA.RK.US, op. cit., p. 443.
J) Frapolli a Pulszky, 3 settembre 1863, A. B. Naz. - Bp. 1. cit. v. appendice*
*). Frapolli a Kossuth, 15 aprile 1862; A. G. S. - Bp. Fondo Kossuth, n. L4000; v. appendice.
5) L. CIBALA, Ancora un po' pia di luce sugli eventi politici e militari dell'anno 1866. Firenze, 1902, p. 82.
*) A. Goni, op. cit., p. 434.