Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA ; EMIGRAZIONE POLITICA ; FRAPOLLI LUDOVICO
anno <1960>   pagina <547>
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Ludovico Frapoìli è gli emigrati ungheresi 547
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La carriera militarerivoluzionaria del Frapoìli, invece, non è ancora con­clusa; avrà il suo epilogo nel 1870, durante la guerra franco-prussiana. Quando Garibaldi, dopo la proclamazione del Governo provvisorio francese, offri i suoi servigi e, ai primi di ottobre, fu chiamato in Francia, il Frapoìli lo seguì. Da Tonrs, sede del Governo, diede il 12 ottobre al figlio di Farmi notizie ottimistiche: Garibaldi nominato comandante generale di tutte le truppe irregolari; affluenza di volontari da tutte le parti e di tutte le nazioni; presto l'esercito garibaldino avrebbe contato centomila uomini: È la guerra del popolo che comincia; è la lotta suprema dei due principi! . Egli stesso sarebbe stato chiamato a essere il Capo di Stato Maggiore del nuovo esercito incarico che avrebbe dovuto accet­tare, pur sentendo i limiti delle proprie capacità.1) E al Pianciani il 20 ottobre scrive che le cose di Francia accennano di voler volgere a meglio. 2) In realtà, invece, la situazione è meno favorevole. A Garibaldi, dopo molte esitazioni, viene dato il compito di organizzare alcune centinaia di volontari italiani e di raccogliere altri elementi di varie nazioni, spagnoli, greci e polacchi, e formare il cosiddetto esercito dei Vosgi, che raggiunse infine un totale di seiottomila uomini 3) e alla fine della guerra ne contava quarantamila.
H capo di Stato Maggiore fu in realtà il generale Bordone, lo stesso che era andato a prendere Garibaldi a Caprera e lo aveva accompagnato a Tours, ma an­che il Frapoìli fece parte dello Stato Maggiore: lo incontrerà, insieme col Bordone, Ricciottì Garibaldi (piando, verso la fine di ottobre, giungerà a Dole.*) Lo men­ziona pure un'altra testimone, Jessie "White Mario, che accompagnava i Garibal­dini anche in questa avventura. Nel suo libro sulla campagna scrive che il generale Frapoìli e i colonnelli Bordone e Lobbia, capi del suo stato maggiore in diverse epoche, avevano ciascheduno i loro partigiani e avversari. Garibaldi, che fisse in sua mente in ani al posizione utilizzarli tutti e tre, i quali egli consi­derava ed erano ugualmente devoti a lui e alla causa della repubblica, non si lasciò smuovere d'una linea né dalla opposizione ne dalle proteste de' suoi più diletti ufficiali .s) Al Frapoìli, poi, sarebbe stata più particolarmente affidata l'organizzazione della truppa italiana.
L'esercito dei Vosgi si segnalò in alcuni fatti d'arme contro l'esercito prus­siano, ma dovette ritirarsi quando il Governo francese entrò in trattative di pace; Garibaldi tornò a Caprera e i volontari italiani ripresero in patria la loro vita borghese.
Compiuta Punita d'Italia per la quale anch'egli aveva dato il suo contributo, il Frapoìli, nell'ultimo periodo della sua vita, si occupò, oltre che, come sempre
') Lettera Frapoìli a Domenico Farmi, Tours, 12 ottobre 1870; A. I. Ria./busta 285, n. 22; v. appendice.
2) Frapoìli o Pianciani, da Dòle, EtatMajor General de PArmée des Vosges, 20 no­vembre '70; A. S* Roma, Arch. Pianciani.
3) G. GAMBALI, Memorie* ed. cit., pp. 558-61.
*) RTCGTOTH GARIBALDI, Ricordi dulia campagna di Francia 1870-71, Roma, 1897, p. 33.
**X WnrrB IABIO, I Garibaldini in Francia, Roma, 1871, p. 32,