Rassegna storica del Risorgimento
GAVAZZI ALESSANDRO
anno
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1960
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pagina
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573
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Contributo alV epistolario di Alessandro Gavazzi 573
APPENDICE
Venerassimo Monsignore, } Firenze, 25 marzo 1868.
mi permetta che Le diriga due parole di congratulazione per il bellissimo contegno tenuto da Lei e dal suo clero nell'occasione della venuta in Lucca di quello sciagurato che è V apostata Gavazzi. È stato un bel trionfo che onora la fede di cotesto città e la prudenza e il coraggio di chi spiritualmente la governa e di coloro che seco lei cooperano nella difesa e nel servizio della Chiesa. Ne godo come di cosa che riguardasse me stesso. E baciandone reverentemente le mani mi confermo con distintissima stima e profondo ossequio.
di V. Ecc. Rev.ma
dev.mo e obbl.mo servo Giovacchino l) Arcivescovo di Firenze.
I.M.I.
,, u ... . Pisa. 29 marzo 1868.
Mons. mio gentilissimo
Un'aureola sfolgoreggiantissima orna già nel tempo e Vadornerà nella vita futura il clero e il pastore della Chiesa lucchese per il trionfo nobilissimo riportato sopra Verrore, Vipocrisia, la sfacciataggine settaria. Deo gratias: ed io ne prendo argomento di grande conforto per la misericordia che Iddio, in mezzo a tanti mali ci usa e ci donali Spero che dalla pia Società S. Francesco di Sales si faccia qui una ri' stampa della narrazione costi stampata e ciò per aver agio di diffonderne li esemplari.
Quantunque fossi convinto che il S. Padre avesse subito conosciuto V avvenimento, pure fui sollecito a procurare che da persona conveniente Gli se ne presentasse un esemplare del suddetto stampato.
Permetta EccelLmo Confratello che in Domino, rallegrandomi seco Lei, Le ripeta: Gaudete iterum dico gaudete.
Implorando il presente delle dì Lei orazioni, mi confermo con stima particolare
baciandole di tutto cuore le mani
ai Lei dev.mo servitor suo
Card. Corsi Arcivescovo di Pisa 2)
AWArcivéscovo di Lucca.
) Giovacchino Umberti (1821-1874), già vicario generale di Prato, fu eletto arcivescovo di Firenze nel 1857. In mi periodo particolarmente delicato per i rapporti tra Stato e Chiesa, quale metropolita della città più importante della Toscana prima, come arcivescovo di Firenze capitale poi, il Umberti, con un paziente lavoro di relazioni diplomatiche e col rafforzamento dei cattolici, ottenne che l'uragano delle nuove idee non travolgesse le coscienze. Sìa per la sua fermezza, sia per la conoscenza profonda della Scrittura e dei Padri e per la fiorita coltura classica acquistò grande prestigio non solo tra il popolò, ma anche presso i Sovrani.
2) Cosimo Corri (17981870) fu creato cardinale e vescovo di Jesi nel 1845; nello stesso anno fu prescelto come arcivescovo di Fisa. Nel 1860, in occasione della visita di Vittorio Emanuele II a Pisa, ordinò che le porte del Duomo venissero chiuse e per questo gesto di protesta fu condotto a Torino ed ivi sorvegliato per due mesi in un istituto religioso. Convinto e ardente difensore doi diritti ecclesiastici, si distinse per la bontà del carattere e per la pietà cristiana.