Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1960>   pagina <590>
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590 Anthony P. Campanella
lo spavento dei possedenti d'ogni specie. E non si accorgono i dottrinari che ritar­dano Vattuazione d'un sistema di Governo, che solo pud sanar le piaghe dell"uma­nità afflitta ed oppressa.
Il progresso del nazionalismo, va di pari con quello del rep ubi i cartismo: ma fra gli apostoli della ragione sorgono sventuratamente, i predicatori d'ateismo e di materialismo, che attraversano il maestoso andamento dal 1.
6 C'è forse nel mondo un solo popolo che non abbia un culto della Divinità* sotto una forma qualunque, e con un qualunque concetto? é E come potrete voi atei e materialisti, condurre U mondo all'affratellamento dalle razze, che credo lo scopo d'ogni onesto, colle vostre dottrine del caos, è del putridume del corpo e dell'anima. Fatevi pure vermi se volete ma non turbate la mia credenza nel-l'immortalità dell'animai Non beffegiate il pensier mio rivolto a quello di mia madre, ch'io sento trafuso nel pensiero dell'infinito ! Io non v'insegno la mia credenza! non insegno Dio! non insegno l'infinito, perchè non posso matemati­camente dimostrarlo. Mi compiaccio di contemplarlo quell'infinito, popolato di mondi infiniti; e sono edificato, ingrandito, nobilitato, all'idea che questo intimo motore della mia creta, che mi permette di contemplar lo spazio, non solo al di là dallo scibile materiale, ma nei suoi recesi infiniti; mi compiaccio, dico: die questo mio infinitamente piccolo regolatore, possa incorporarsi, dopo che il mio frale sia in preda alle fiamme od al verme, all'infinito regolatore dei mondi!
Infine, io, non v'insegno il regolatore; ma vi accenno all'immensa opera regolata. E voi verme od insetto materiale qualunque, a che mi accennerete? Io vi ripetto: accenno e non insegno: siccome voi, insetto o verme, non potete inse­gnarmi; se citi vi fa brulicare nel fango, non sia anch'egli parte dell'infinito regolatore!
Il danno del despotismo e del prete all'uman genere è immenso. Il primo insegnando il presentai1 arm'al figlio del popolo, die avrebbe bisogno di tutt'altro, ed a fucilar suo padre se le sia comandato; lo foglia dall'onesto lavoro per pre­cipitarlo nell'ozio e nella depravazione. Il secondo educandolo al baciamano, agli inchini ed alle genuflessioni d'avanti agli idoli. Gli uni rovinando la gente per mantenersi riedd, potenti, e tuffati nelle libidine d'ogni vizio. Gli altri cogli stessi incentivi, corrompono e deturpano la razza umana. Ambi poi, hanno la tendenza diabolica d'inimicare l'uomo coli1 uomo, per farne istrumenti di distruzione.
Io non citerò i molti esempi del passato e del prosente, in cui tra i popoli della terra, si mantiene odio inveterato, dai due flagelli sumenzionati: il despo­tismo ed il prete. Verrò subito all'Irlanda, quistione che più. d'ogni altra, deve interessare i miei amici d'Inghilterra.
Chi non sa; che l'odio degl'Irlandesi per gl'Inglesi, di vecchia origine, è alimentato dal prete cattolico massimamente; ma pure in parte dal clero domina­tore anglicano. Il prete ò sempre prete, cioè, impostore, e quando prepotente, ine­sorabile nella propaganda delle sue menzogne. Se il prete cattolico, .generalmente astiosissimo, educa gl'Irlandesi ad odiare i suoi vicini protestanti, il ministro protestante non manca d'indispettire lo stesso popolo col suo contegno di supre­mazia. Perchè noi ben sappiamo: che si può essere accomodamento tra popolo di diverse schiatte; ma tra preti di diverse sette giammai.
Voi vedete negli uomini della scienza d'ogni nazione una cordialità edificante. L'astronomo, per esempio, di Berlino, comunica le sue scoperte a quello di Lon­dra o di Parigi, e ne riceve il plauso meritato; non solo, ma i suoi colleghi gra­ziosamente fanno tesoro della scoperta in ossequio del progresso scientifico.