Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE
anno
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1960
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pagina
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592
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Anthony P. Campanella
condizioni in cui si trova il cantati di Ginevra con Berna* o lo stato di Mas* sachussets con Washington: ciò potete farlo, e lo dovete, per annientare una questione esiziale alla grandezza e prosperità del vostro paese.
Aggiungerò una sola parola che non piacerà sicuramente a tutti voi, ma Siccome ho la coscienza di esporvi il vero, e che mi dirigo a gente che è capace d'apprezzarlo, io mi aventuro. Non crediate ch'io disconosca i grandi serviggi resi al vostro paese ed all'umanità intiera del protestantismo. Noi i colpi dati al papato dai coraggiosi vostri riformatori, hanno avuto dei risultati troppo splendidi, troppo utili al mondo, perdio non ne meritino tutta la gratitudine. Sventuratamente però la riforma non illuminò il prete e si sostituì il Pastore o il ministro, che con un carattere pia rispettabile, portano l'impronta dal 1, colla stessa scienza non vera della rivelazione.
Il sacerdozio vostro, quindi marca un gran passo nel progresso; ma tale progresso s'impenna, si ferma, e quasi retrocede davanti alle sante dottrine dei vero, che l'avanzano vittoriosamente sulle ali della ragione. Ho detto quasi retrocede: poiché si vedono, massime nelle classi alte del protestantismo, dei. sintomi di. def-fezione, verso il più abbagliante e teatrale culto della chiesa di Roma.
Infine: religione dì Dio, o religione del vero; senza preti, bonzi, ulema, ministri, ecc.; ciò che si deve sostituire alle cento sette, che dividono la famiglia umana. La fratellanza fra le nazioni diventa cosa facile allora; ed allora facilissima la camaraderie fra le sorelle Britanne.
A voi poi, più di me sagaci in questa materia, ne lascio la parte esecutiva.
G. Garibaldi
È interessante notare i sentimenti di Garibaldi nei riguardi del comunismo, del materialismo e dell'ateismo, dottrine delle quali alcuni lo ritengono partecipe. In effetti, egli non poteva esser utile ai dottori dottrinari del comunismo e del materialismo, proprio perchè si opponeva all'ateismo e credeva fermamente nella immortalità e nella natura trascendentale dell'universo. Dio era in realtà quella infinita, panteistica e cosmica unità, cosi grandiosa per credervi e, sfortunatamente, così facile da sfruttare nel nome della religione. E, quanto al comunismo, l'avvento della Comune in Francia con i suoi scopi materialistici, esagerati dai suoi nemici, ma che d'altronde Garibaldi sosteneva in un senso più lato, suggerì ai suoi detrattori i mezzi per screditarlo di fronte ai suoi ammiratori e seguaci conservatori: si diceva, cioè, che egli sosteneva il comunismo in tutte le sue multiformi dottrine. Da allora i conservatori e i non comunisti, temettero ohe Garibaldi, una volta raggiunto il potere, si mettesse ad espropriare la classe possidente e edificasse uno Stato dominato dai proletari e votato a un sempre crescente materialismo. Invece nulla avrebbe potuto esser più lontano dalla sua mente. Egli si confermava liberale, sia nel senso politico, sia in quello economico e credeva nella iniziativa individuale e nella libertà personale, anche se aborriva da un preponderante sfruttamento egoista da parte di interessi privati protetti dallo Stato. Il benessere della comunità ora la cosa principale e per questo non cessò mai di ergersi contro le classi privilegiate e contro la miseria, cercando, contemporaneamente, di promuovere una libera educazione delle masso. La base fondamentale restava sempre un integro e sano patriottismo o nazionalismo, senza alcun punto in comune con lo -sciovinismo o l'ultra nazionalismo. Il suo nazionalismo era la