Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1960>   pagina <605>
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LIBRI E PERIODICI
ANTONIO PETINO, Saggi sulle origini del pensiero meridionalistico. Da Serra a Galanti, Balsamo, Scrofani, Symonds; Catania, Istituto di storia economica dell'università di Catania, 1958, in 8, pp. 203. S. p.
Conoscevamo già alcuni di questi saggi, comparsi su riviste o su pubblicazioni in Onore. Così raccolti, essi tuttavia mettono in evidenza una trama unitaria di interessi, che sospinge l'Autore alla scoperta degli clementi più moderni del Settecento meri­dionale.
Nel saggio sulle Idee vecchie e nuove alle origini del pensiero meridionalistico, il Petino fornisce del resto, proprio all'inizio del libro, elementi sintetici del suo modo di vedere. Egli contesta cioè 1 asserzione corrente, che anche il Croce fece propria, secondo la quale solo con Giustino Fortunato si sarebbe presa coscienza di un problema di inferiorità storico-sociale del Mezzogiorno. E fa ciò attraverso una verifica del modo in cui già nel XVIII secolo e sugli inizi del XIX parecchi autori avevano analizzato la condizione agraria di quelle regioni.
Dal Genovesi al Galanti, dal Filangieri al Cuoco, dal Palmieri allo Scrofani ed oltre* nota il Petino che non si ebbero, di solito, facili apologie sulla fecondità dell'agricoltura, bensì analisi differenziate che non nascondevano i vizi molteplici gravanti su di essa, anche se altre volte indugiavano specialmente su quelle situazioni e produzioni più favo­revoli, che occorreva portare come esempio ai contemporanei. E soprattutto col Symonds diventò chiara la distinzione fra l'apprezzamento del clima, di per sé favorevole alle buone culture, e la condanna dei fattori inorali e istituzionali , che gli nomini nel corso di secoli avevano adoperato a danno di un vero progresso.
I saggi successivi del Petino tendono appunto a fornire elementi più particolari del modo come questa situazione, nella sua dicotomia, veniva osservata da alcuni scrit­tori meridionali. In molti casi anzi l'indagine di tali scrittori viene messa a confronto con ricerche originali, per saggiarne la validità e la penetrazione. E se anche in qualche punto i calcoli peccano di imprecisione (si confronti un impensabile aumento del 41 della popolazione della Sicilia durante 50 anni, di cui si parla a p. 110, dovuto probabilmente al fatto che si paragona una cifra escludente Palermo con una in cui Palermo è compresa), si tratta evidentemente di un metodo di grande utilità per la storia economica. Esso infatti ci aiuta ad intendere in pari tempo l'idea che gli uomini del tempo si facevano della realtà a loro prossima, e i termini effettivi di quella realtà: la quale per il Settecento soprattutto non esitiamo a dire che ci è ancora assai mal nota. ALBERTO CARACCIOLO
CESARE PAGKINI, I giornali di Trieste dalle origini al 1959 (Collana di monografie sui problemi della stampa, 3); Milano, Società per la Pubblicità in Italia, Contro Studi, 1959-60, in 8, pp. 369. L. 2000.
Cesare Pagnini, già ben. noto per i suoi studi e gli accurati saggi bibliografici della stampa triestina comparsi mll'Arrheografo triestino, ci dà finalmente il volume che rac­coglie in uno il cospicuo risultato di tali studi e che costituisce quindi un repertorio utilis­simo per la conoscenza della stampa periodica, della sua storio e dei suoi problemi in tutta la Regione giulia. Potremmo anzi dire un volume definitivo, se le vicende della' stampa fossero sempre agevolmente esplorabili, il che non e. Solo da poco tempo infatti le biblio­teche pubbliche si sono attrezzate per le raccolte giornalistiche, da pochi anni gli archivi vengono esplorati sistematicnmenrc per-questo genero di studi, mentre la fragilità stessa dei fogli oggetto delle indagini si e opposta;pia volte all'informazione completa e soddisfacente. È accaduto cosi che proprio quest'anno Giuliano Gaeta, altro valente cultore di storia