Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE
anno
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1960
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pagina
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618
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618 Libri e periodici
sitamente politico, mutati* mulandi.it, anche all'analisi della società meridionale e delle forze che da -essa vengono espresse e determinate: per esse valgono coli tutta evidenza motivi di natura economica . E qui non credo, per le ragioni che ho sopra accennato e che non è qui il caso di riprendere estesamente, di non poter consentire appieno con 1*A. I motivi economici sono condizionati e talora determinati da tutto un indirizzo politico, che va seguito non tanto nell'elaborazione parlamentare quanto nella realizzazione, più. o meno alterata e distorta, in sede locale. Il ritardo non è qualcosa in re, un dato grezzo ed immodificabile, ma la conseguenza di un fieri* di un indirizzo di governo che può essere discusso ed anche accettato, ma che non ha in sé nulla di inevitabile, di deterministico, bensì risponde ad una direttiva di governo chiara e consapévole, frutto di una scelta e non di una necessità, edificata su determinate premesse; e volta ad obiettivi determinati, di struttura economica e sociale, ma d'ispirazione schiettamente
politica, RAFFAELE COLAPIETKA
GIANNINO PARRAVICINI, La politica fiscale e le entrate effettive del Regno d'Italia, 1860-1890 {Archivio economico deWunificazione italiana, s. II, voi. I); Torino, Ute, 1958, in 8, pp. 617. S. p.
Si sa quanto urgente fosse, per il giovane Regno d'Italia, il problema dell'equilibrio del bilancio fin dai suoi primissimi anni. Risanare un deficit cronico, ristabilire il pareggio , fu inteso anzi dalla Destra storica come un compito, eludendo il quale sarebbe forse stata in gioco l'esistenza stessa dell'Italia come Stato indipendente.
Da questa preoccupazione profonda (anche se al giorno d'oggi può apparire eccessiva, e scarsamente attenta ad altre condizioni di sviluppo economico), derivò una ricerca affannosa di fonti di maggiore entrata, della anale appunto G. Parravicini ci offre un quadro, non solo per l'età della Destra, ma anche per quella di Dcpretis e di Crispi, fino alle soglie di quegli anni Novanta che porteranno in campo nuovi problemi e diverse soluzioni. R volume procede dapprima in ordine cronologico, seguendo le sessioni parlamentari e le successive presentazioni dei bilanci, e viene poi ripresa considerando una per una le singole specie di tributi. Si può così seguire passo passo la preferenza, accordata dai governanti durante varie fasi, a determinate imposte dirette di facile riscossione su consumi popolari (sale, macinato), a tassazioni sul patrimonio ecclesiastico, a imposte fondiarie e sui fabbricati. Abbondanti serie statistiche aiutano inoltre a cogliere il movimento in atto sia per singole voci che per territori degli ex-Stati: modo quest'ultimo particolarmente efficace per intendere le profonde diversità sia di aggravio che di capacità economica delle varie regioni subito dopo l'Unità.
Di alcuni limiti di quest'opera, dovuti, crediamo, sia all'evidente discrezione dell'Autore nel discendere da una fase descrittiva ad una più conclusiva, e sia al fatto che analogo lavoro non è stato ancora compiuto per la parte delle uscite effettive dello Stato, già altri hanno fatto cenno. Quel che si potrebbe comunque auspicare e che secondo noi, in seguito a quest'opera del Parravicini ed anche alla riedizione della Storia détta finanza del Plebano, è ormai maturo è un più intimo collegamento fra economisti e storici in imprese dì tal genere, dove alla specifica competenza dello studioso di finanza e di politica economica può dare efficacemente aiuto, nell'interpretazione di determinati moventi o conseguenze di provvedimenti di bilancio, l'inquadramento dello storico e fors'anche del sociologo. ALBERTO CARACCIOLO
FRANCESCO SILIPRANDI, Scritti e memorie, a cura di RENATO GIUSTI (Mantova nel Risorgimento, 3); Mantova, Amministrazione provinciale 1959 in 8, pp. LXXV-255. S. p. Rendendo conto di questo volume, è necessario preliminarmente far presente che esso è U terzo di una collana promossa dall'amministrazione provinciale di Mantova in ricorrenza del centenario dell'unità d'Italia. Interpretando con larga e liberale sensibilità, ben lontana dalla dolciastra agiografia delle patrie memorie, hi propria funzione di depositari delle tradizioni cittadine e di sollecitatori di un'adeguata ed accurata inda-