Rassegna storica del Risorgimento

INGHILTERRA ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1961>   pagina <39>
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La Società degli Amici d'Italia e la Nuova Riforma 39
nel nostro cervello e nel nostro cuore . *) Sarebbe impossibile tentare di individuare le precise ragioni di simpatia per l'Italia esistenti anche nei grappi maggiori della Società; tutto quel che si può fare è di lanciare uno sguardo ad alcune persone e, attraverso esse, arrivare a definire il tema generale che le legava.
Nella Società vi erano alcuni uomini che potevano essere considerati dei Mazzini inglesi, i quali simpatizzavano con l'Apostolo solo perchè la sua era una causa assolutamente rivoluzionaria. Così, per esempio, il repubbli­cano Linton, al quale abbiamo già accennato; così era anche George Jacob Holyoake, il quale la cosa è significativa pubblicò le sue memorie col sottotitolo Sixty Years of an Agitor's Life . Nato a Birmingham, figlio di un ingegnere, come apprendista lattoniere aveva nutrito profondo inte­ressamento per le rapide correnti di riforma dei primi uecenni del secolo ed era stato cartista e owenista; più tardi, uno degli apostoli della coopera­zione tra operai e agitatore di cause come la libertà di stampa, l'estensione delle franchigie, il voto, e, persino, il repubblicanesimo; non si fermava neppure di fronte al ricorso alle armi, tanto che fu lui a lanciare l'idea di reclutare una Legione inglese in aiuto di Garibaldi.2) La sua casa editrice pubblicò le opere di Owen, del prof. Newman, di Mazzini, Kossuth e Louis Blanc e il Manifesto firmato dai tre esuli.3)
Era simpatizzante la cosa è rara fra gli Inglesi per i principi di libertà, Uguaglianza, Fraternità, e, pur restando più moderato sui metodi di riforma nella Inghilterra costituzionale,4) egli sentì che drastiche misure erano necessarie negli Stati papali, in Ungheria e in Polonia.5) Un uomo come Holyoake, in complesso, era sensibile alla dottrina predicata da Maz­zini sulla fratellanza dei popoli, in modo diverso da altri Amici d'Italia più ricchi, ma meno rivoluzionari; oltre questo, egli aveva subito una de­gradante detenzione in seguito all'ultimo processo per ateismo dibattutosi in Inghilterra6) e conosceva di prima mano la pericolosità delle richieste per una causa impopolare. H suo ateismo, risultato di una lunga lotta intima con le dottrine evangeliche della sua origine, non conformista, aveva dato l'avvio, nel 1850, alla sua nuova dottrina di secolarismo (in effetti, una etica cristiana non sostenuta da una metafisica cristiana), la quale cercava di porre l'incredulità su una base filosofica e morale, e tracciare una prò-
0 È. F. RICIMBDS, op. cit.i v. I, pp. 56-57. ) DNB Seeond SuppL, fa II, pp. 291-293. *) G. J. HOLYOAKE, op. cit v. IX, pp. 163-166. *) 3. MCCABE, op. eU.t v. I, pp. 146-148. 5) /6irf., pp. 228-229. *) DNB, Seeond Suppl., v. IX, pp. 291-293.