Rassegna storica del Risorgimento

BALBO CESARE
anno <1961>   pagina <60>
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60 Massimiliano Pavan
Lo spirito dello scrìtto del Casati è intonato alla fiducia nel progresso della scienza storica e quindi nell'avvi cinarsi alla conquista della certezza anche sulla tanto dibattuta questione delle origini italiche,1) La reazione allo scetticismo pirronista, che aveva così fortemente impegnato l'etruscherìa settecentesca, soprattutto gli antiquaristi che come il Guarnacci ne vedevano il maggior incentivo nelle tesi celtiche del Fréret, del Ferrari e del Bardetti,2) e che aveva provocato l'appello al ragionevole da parte del Delfico 3' e i tentativi conci-liatoristi del Fabbroni, *) nonostante la persistente divisione dei campi opposti, alimentata e aggravata dalla revisione metodologica del nlologismo tedesco, cedeva il posto, nel nuovo spirito culturale dell'epoca, alla fiducia nel progredire della conoscenza del passato proprio per virtù, di questa revisione metodologica che pur non abbandonava l'opposizione dei fronti. H Gasati cosi conclude il suo scrittoi E benché quel lungo avvicendarsi di fallaci sistemi è il solo benché illusorio argomento di chi proclama l'impossibilità di giungere in queste ricerche a certa conoscenza del vero; a provar falsa la loro asserzione drizzai questa, comunque riescita, storia degli studi sulle nostre origini... Ond'è che io non credo audace cosa l'asserire non doversi dar retta a chi ponga in dispregio questi studii, e potersi sperare fra poco svelato il mistero dell'antichissima Italia .s) Che questa presa di posizione non fosse provocata dalla solita polemica di tradizione settecentesca, ma dalla consapevolezza dell'ineluttabile progresso delle scienze
) H, p. 110.
~) H Guarnacci aveva pubblicato nel 1772 il terzo tomo delle sue Origini italiche, a sintesi e ribadimento dei due precedenti, proprio come reazione alla uscita, nel 1769, dell'opera postuma del Bardetti, De' primi abitatori dell'Italia, che riprendeva appunto la tesi dell'origine celtica dal Fréret sostenuta nel 1753 (in voi. XYIH dell'Académie des Inscr. et belles lettres) e in Italia dal Ferrari nel 1765 (in Dissertationes pertinentes ad Insubriae anliquitates). Al Guarnacci era venuto in appoggio anche l'Amaduzzi con una lettera in appendice a una anonima difesa: Delle orìgini italiche di mons. Mario Guar­nacci. Esame crìtico con tuia apologetica risposta (Venezia, 1773).
3) M. DELFICO, Discorso preliminare su le origini italiche, in Delta antica numismatica-delia citta di Atri nel Piceno, Teramo, 1824, in partic. p. 19, s.: Rinunciamo dunque al vano desiderio di conoscere quali fossero i primi popolatori dell'Italia, e contentiamoci di credere ciò ch'è ragionevole, cioè che da varie parti vi poterono venire; che dopo le prime epoche di necessaria barbarie, l'aumento della popolazione, vi facesse sorgere lo stato civile, prima di poche aggregazioni di famiglie, le quali formandosi de' capi, si vid-dero gli embrioni de* primi governi. E poi per effetto delle guerre, molte di quelle piccole comunità essendo distrutte o conquistate, sorsero più ampie dominazioni; i nomi de* luoghi e di popoli soffrirono cangiamento, e le forme politiche di tali stati si andarono alterando per modo, che dal governo di un solo si passò ai tumultuosi clementi dclli stati popolari . Gfr. anche l'Appendice al Discorso preliminare, nello stesso volume, intitolata: Dei Pektsgi e de1 Tirreni.
*) G. FABBRONI, Derivazione e coltura degli antichi abitatori d'Italia, Firenze, 1803. Per parte sua il F. reagiva contro il Winckclmann, accusandolo di voler ogni possibil me­rito togliere alla nostra Italia, e farci discepoli d<Jln Grecia, mentre fu anteriormente civi-lizzata l*Etrurin, e fu della Grecia evidentemente maestra, (ih., p. 47 ss.; cfr. p. 58). Come *i vedrà piti avanti, la rivendicazione della priorità dello civiltà italica rispetto alla greca era uno dei temi basilari della cultura del tempo: basti pensare al Platone in Italia di V. Cuoco.
IO II, p, 136.