Rassegna storica del Risorgimento
BALBO CESARE
anno
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1961
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pagina
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64
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64 Massimiliano Pavan
pervenuti a una raffinata pedanteria e richiedevano quindi particolare lavoro di informazione e sensibilità acquisita coll'espericnza specifica, giova riportare quanto egli aveva premesso nell'Appendice alla Meditazione XIII, sull'origine dei Pelasgi: Quanto agli eruditi, io so ch'essi non sogliono lasciarsi persuadere, se non dai loro pari. Ma io li riprego di avvertire che in ogni questione etnologica son pur necessarie due dottrine, due critiche, l'una filologica, l'altra storica. Io non posso pretendere se non a questa tutt'al più; od anzi solamente ad ordinar la questione... Del resto, ignorando molti libri, e mancando, come accennai altrove, di molti, principalmente tedeschi, è possibile ch'io rifaccia una fatica già fatta. In tal caso i leggitori compatiranno; ma saranno tanto più capacitati dall'incontro. ')
Oltre a tutta la letteratura settecentesca, l'informazione del Balbo sulla questione delle origini italiche va dalle Home Pelasgicae del Marsh (Cambridge, 1815) alle cronologie del Larcher (nel tomo VII della sua traduzione di Erodoto, Parigi, 1802) e del PetitRadei (Tableau comparati/des synchronismes de Vhistoire des temps liéroìques de la Grece, Paris, 1828).2) Egli non pare invece abbastanza aggiornato sulle reazioni alle tesi del Niebuhr e del Miiller da parte del Thiersch (1833) s) e del Lepsius,4) accontentandosi di rinviare al bel lavoro del Le Clero, Des Journeaux chez hs Romains, recherches préeédées d*un Mémoire sur les annales des Pontifes etc, Paris, F. Didot, 1838 . 5>
Questo pare dovuto al fatto, comune del resto alla cultura italiana dell'epoca, che egli non ricorre ai testi originari tedeschi se non quando mancano le traduzioni francesi o inglesi. Il Niebuhr infatti, anche se d'altronde era apparsa a Pavia nel 1832 una traduzione italiana della Romische Geschichte, è citato dalla più diffusa traduzione francese del De Golbéry del 1830-40,6) come la Wehgescfdchte dello Schlosser (la traduzione del De Golbéry è del 1828);7) i Dorier del Miiller (1824) sono citati dalla traduzione inglese di Oxford del 1830 (The history and antlquities of the Doric race) 8) e i suoi Prolegomena zu einer wissenschaftlichen Mythologìe (1818) dalla traduzione del Nicard (Manuel d''archeologie, Paris, 1841); 9) mentre per gli Etrusker il Balbo doveva ricorrere all'edizione originale di Breslavia (1828),10) così come per la Philosophie in Fortgang der Weltgeschichte
) V. p. 427 (ediz. fior. cit.).
2) Ibid., p. 429.
3) Federico Thiersch pubblicò a Monaco nel 1833 un saggio Uber das Grabmal des Alyattes in cui prendeva posizione in favore della tradizione erodotea circa l'orìgine lidia degli Etruschi. ff
*) Il Lepsius aveva pubblicato a Lipsia nel 1842 un saggio Ubar die tyrrhenischen Pelasger in Eimrien, in coi sosteneva l'origine pelasgicotixrena degli Etruschi,
3) p. 446, n. 3, ed. cit.
6) V. p. 435.
?)V.pp.210n.l.
8) V. p. 376 n. J <: passim nella Meditazione XIII, in particolare p. 430 dove il Balbo vede nel Moller la .ripetizione della tesi del Manli cui rimprovero d'essere m contraddio rione, egli teologo ed inglese, col documento biblico di cui pur si dichiarava rispettoso. Per le reazioni di carattere religioso con cui si accolse in Inghilterra anche la Storia del Niebuhr, v. quanto osserva E Treves, l ., p. 423, n. 45.
CV. p. 419, n. e pp. ss.
W> V. pp. 475, n. 2,478, n. 1, 180, nn. 1,2, 3, 481, n. 1,488,-a. L