Rassegna storica del Risorgimento

BALBO CESARE
anno <1961>   pagina <65>
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Cesare Balbo e le orìgini italiche 65
del Windischmann, *) o per il Lehrbuck der UniversalgeschiclUe del Leo (1835-38).s) Per Hegel invece egli aveva sottomano la traduzione italiana del Passerini, edita a Capolago nel 1840, delle Vorlesungen àber die Phllosophie der Geschichle raccolte e pubblicate dal Gans nel 1837.3)
Mancava dunque al Balbo Pintcresse strettamente antiquaristico che era alla base di tutta la produzione che alimentava la polemica su queste origini italiche; ma era in lui viva l'esigenza culturale e teoretica lo si vede dalle opere della storiografia tedesca citate che se non gli impediva di ignorare i temi e le conclusioni della ricerca antiquaristica lo spingeva piuttosto a inse­rirli in una problematica più vasta, quella appunto della Weltgeschichte. A chi legge le Meditazioni storiche, come del resto i Pensieri, non può sfuggire che il vero interesse del Balbo è la ricerca della grande sintesi tra erudizione e filosofia, che, nel pensatore cattolico, faceva un tutt'uno con quella di con­ciliare scienza e fede. Di questa esigenza il metodo più valido sembrava il compa­rativismo che, per il Balbo, aveva un riferimento indiscutibile: il documento biblico. Si legge in un passo della Meditazione in questione, la XIV: E prima tutte le tradizioni, tutte le filologie accennano essere state giapetiche tutte le grandi schiatte primitive italiche, e la Tirrena particolarmente. Ma poi, cercando nel solito gran documento genealogico di tutte le genti, nel capo X della Genesi, ei parmi che vi si trovi chiara anche questa nostra genealogia. Ultima ivi annoverata fra le genti giapetiche è quella de' Tyras; un nome così simile a' Tirseni, od anzi così ben comprendente i due nomi originari di Tyr-seni e Raseni, che è impossibile non argomentarne l'identità delle due schiatte. Queste somiglianze o identità di nome sono un nulla, quando non sono accom­pagnate da altre concordanze storiche; ma accompagnate, sono tutto, sono conferma conchiudente .4) Questo appello alla Bibbia, che potrebbe appa­rire come eco stereotipa dei riferimenti biblici su cui erani state costruite tante opere antiquaristiche nei secoli passati e basterebbero ricordare quelli del Guarnacci alla Geografia sacra del Bochart, qui citata dallo stesso Balbo 5) va dunque interpretato nel senso indicato da esigenze peculiari, così vivaci in questo storico cattolico-liberale. Ne deriva la constatazione che egli ha voluto inquadrare la storiografia del Niebuhr in orizzonti ben più vasti della polemica antiquaristica. Ma, a conferma di queste esigenze, in cui va inserita la sua inter­pretazione del Niebuhr e la soluzione dal Balbo prospettata circa le origini italiche, si deve anche ricordare la sua grande ammirazione per il Wiseman. *' Riportata sul piano storiografico, l'esigenza di trovare la sutura tra scienza e fede si traduce nella traduzione in storia sacra della storia profana :
')V.pp.59,n. 1,84,tut. 1,2,4,8,85,a. 1 c2,101,u.2,118,n. le2,265,n. 1,304,n.1.
a)V. p. 213, n. 1.
3);V. pp. 202, n. 1, 207, n. 1, 213, n. 1.
*) V. p. 445 ss.
5) V. p. 446, n. I.
6) V. pp. 11, ti. 1; 28, n. 1; e 38, n. 1: I cattoliei in particolare avrebbero tanto menò scusa di non ammettere raccordo della Bibbia colla scienza geologica* e di respingere le interpretazioni favorevoli a quell'accordo, che questo sono state pubblicamente inse­gnate e stampate in Roma, parecchie volte, ma soprattutto Ultimamente dal Wiseman... . 11 Balbo cita i discorsi del Wiseman On ilut Connection bettven Scianco and Rcvaaled Religion nella traduzione francese di Bruxelles del 1838, v. p. 103, n. 1.