Rassegna storica del Risorgimento

BALBO CESARE
anno <1961>   pagina <69>
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Cesare Balbo e le origini italiche 69
delle origini italiche. E mediocre storico, retore sovente, fu già molto disprez­zato anche come fónte. Ma gli studi ultimi Fhan fatto risalire a molta autorità (vedi PetitRadei, op. cit., e Niebuhr, passim); ed io crederei che quanto più si studierà e si comparerà agli altri, tonto più ei salirà ancora... Un commento wlhoc di Dionisio sarebbe il primo apparecchio necessario a qualunque scrittore voglia attendere ad uno studio definitivo della storia d'Italia prima del dominio de' Romani .l) Dunque il Balbo è per la rivalutazione di Dionigi, e rico­nosce l'apporto ad essa dato dal Niebuhr, ma non è per il metodo con cui il danese ne ha fatto uso: gli rimprovera di lodarlo nel momento stesso in cui ne rifiutava il racconto.2) Ora, su questa via, noi troviamo anche i limiti del-IHndividiiazione della storiografia niebuhirana da parte del Balbo. Egli infatti vede soltanto continuare nel Niebuhr il criticismo eliminatore del Vico, cui preferiva la tradizione italiana dei Sigonio, Gravina e Muratori: Ripren­dendo dopo non breve intervallo questi studi, panni dover ricordare a' miei leggitori ed applicare all'assunto presente alcune osservazioni fatte altrove su questo antico metodo storico che chiamerò connettitore delle tradizioni, e su quello contrario che chiamerò eliminatore, prevaluto nel secolo scorso e nel presente. In niuna storia i due metodi si separano assolutamente, come in questa dell'Italia antichissima. Qui gli eliminatori incominciano, diciamolo pure, dal nostro Vico; egli primo (de' grandi) negò la realità degli eventi, negò la personalità degli eroi, e ne fece simboli e miti. L'invenzione ebbe poco spaccio in Italia. Ma fu e doveva essere accolta, svolta, esagerata, condotta agli ultimi termini in Germania e Francia, dove ella lusingava ed aiutava il desi­derio di simbolizzare e mitifìcare anche altre storie. Ma, a malgrado certi di­sprezzi, la Francia è forse il paese dell'erudizione più. soda, più veramente razio­nale che sia; e la scuola eliminatrice non vi produsse un uomo né un'opera di gran conto. In Germania, all'incontro, tali furon tenute, quanto alla storia Italica a cui mi restringo, l'opera del Niebuhr ed una di Ottfriedo Muller. Ma già Ottftiedo Muller negli ultimi lavori suoi, e principalmente nella sua bellis­sima storia della letteratura Greca, tornava indietro dalla scuola seguita ne' suoi primi studi; e quanto a Niebuhr, ognun sa la viva polemica che gli s'innalzò contro nella sua patria stessa e in tutta Europa... Né questo metodo [connetti­tore] è nuovo, per vero dire; è anzi metodo antico dappertutto, metodo del senso comune, metodo di tutti i critici antichi e nuovi accettati nella scienza, metodo solo scientifico e logico, ...è il metodo vecchio Italiano del Sigonio, del Gravina e dell'inarrivabile Muratori .3) U nesso NiebuhrVico che sarà rilevato anche dal Cantù nella sua Storia degli Italiani,*) ma in senso positivo, illustra
*> V. p. 442, n, 1.
*) V. p. 466, m 2.
3) V. p. 446, n. 3.
*) C. CANTÒ, Storia degli Italiani, I, App. Ili, p. 968 ss. della 2a ediz. di Torino, 1858. Per la discussa conoscenza dei Vico da parte del Niebuhr, v. le interessanti consi­derazioni e notizie del Capei, in Antologia cit. nr. 114, p. 59 ss. Per parte sua il Michelet, nella Histoire romaine, aveva scritto; Cortes, si PytUagorc se rappcla qu'il n vaie, dans une vie première, combatti! sous leu mure de Troie, cos Allemanda Ulustrea auraient dù peut-étre se souvenir tpx'ils avatent jndis vecu tous cn Vico. Tous les géantg de la Antique tiennent déjù, et à l'ajse, dans e petit pandónumiuin de la Sdenta nuova (1725) (p. 5 del I voi., 3* edi., Paris, 1843). Il Balbo non cita quest'opera del Michelet, forse perchè,