Rassegna storica del Risorgimento

TRENTO ; GIACOBINI ; GIANSENISMO
anno <1961>   pagina <87>
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Filogiansenisti, anticuriali e giacobini 87
finora inedita del Tamburini egli scrive per es. che i tempi sono assai critici, uno spirito di indipendenza agita i popoli, la plebe si vuol inalzare sulla pre­potente nobiltà, il clero soffia per la religione, le sette per l'indipendenza, i tram* massoni non sono una chimera,1) il fermento gcBuitaio non è estinto... e aggiunge: è orribile il massacro seguito in Avignone contro i papalini, etc. Ed infine nella Carinzia e in parte del Tirolo il popolo garantito dalle leggi di Giuseppe II contro il sistema feudale de' signori si è sollevato con armi alla mano....2)
Non così i giansenisti come Gregorio Fontana o un Pietro Poli che sposano le idee repubblicane e democratiche. E non è detto che i più avanzati fossero i Trentini lontani dalla patria, per lo più professori all'università di Pavia, od ecclesiastici in Toscana o a Roma, ma si fondano club a Rovereto, a Riva, a Trento.3) Come risulta dalle carte del Fondo Moli di recente venute alla luce presso la Biblioteca civica di Rovereto 4) e da una lettera in particolare del 10 marzo 1794, in quella città, per esempio, parecchi erano i giacobini palesi e non solo gli appartenenti alla nobiltà citati dallo Zieger:5) Domenico Marzani, Ema­nuele Malfatti e Andrea de Tabarelli, ma vi erano tra i giacobini anche, come li definivano i rapporti della polizia austriaca, individui del basso popolo e non solo benestanti oziosi! Così Gio Batta Inama, lavoratore di sete, il Nardin, sellaio e bidello di un club, cui sarebbe stato a capo il Marzani, considerevole per il numero dei componenti e la loro distinzione, ed altri artigiani od operai, come Giulio Gozzi, tornitore. Anzi in un primo tempo nel novembre del '93 erano stati proprio arrestati questi ultimi, tra l'altro veneti d'orìgine.6)
Mentre dunque negli ultimi anni del secolo i conservatori trentini arretra­vano sul piano politico abbandonando perfino le posizioni del tenue riformismo illuminato, l'ala giacobina andava, invece, estendendo la sua influenza così che se vogliamo seguire l'evoluzione politica dell'opinione pubblica almeno dei ceti borghesi dobbiamo lasciare i salotti roveretani di casa Vannetti e le quiete
*) Effettivamente il processo a Cagliostro, che era stato protetto anche dal vescovo Thun, non aveva risolto nulla, sebbene il Vaticano vi avesse attribuito grande importanza. Infatti PAlpxnni scrivendo il 14 marzo 1793 alTAmaduzzi osserva che il mondo riderà peraltro moltissimo sul soggetto di un tanto processo clamoroso e su del quale si sono formate le speranze di vedere una volta svelati i tanto decantati misteri dei Liberi Muratori e degli Illuminati. Ma Roma si cura poco delle risa dei pochi saggi e veggenti, purché nella divozione e nel rispetto si mantenga la moltitudine. B.V., Vat. Lat. 9038.
2) Carteggio medito del Tamburini in Archivio Navarini a Brescia.
3) Sui disordini anche di natura sociale cfr., in B.C.T., ms. 493: Documenti e scritture circa i disordini e le vertenze fra la città di Riva e il Principe vescovo di Trento in punto di Annona (1791-1799).
4) Siamo particolarmente grati al prof. Valentino Chiocchetti, direttore della Bi­blioteca Tartarotti, per aver favorito le nostre ricerche con squisita cortesia.
?) A Zi EOE ii,, op. rit., p. 86.
*1 Un sarto d'origine rovere tana Giuseppe Fontana invece aveva fatto centro di ritrovò e di fermento rivoluzionario la sua bottega a Vicenza, come riferisce il Berengo. Cosi come le idee francesi e le notizie sullo svolgimento della Rivoluzione venivano diffuso nel Veneto anche dai giornali trenini!, che no riferivano tanto ampiamente che il conte Cobenzl chiese nel giugno del *92 ohe fosse sostituita il canonico Gentilotti, censore del Ristretto, il settimanale trentino, non meno ardito del precedente, soppresso Postiglione. Sul diffondersi del contagio rivoluzionario nel Veneto cfr. MARINO BERENGO, La-società veneta alla fine del '700, Firenze, 1950- Sul tenore della stampa nel Principato e a Rove­reto cfr. A. ZIEGER, Giornalismo trentino fino al 1866, Trento, 1960, pp. 17-18.