Rassegna storica del Risorgimento

TRENTO ; GIACOBINI ; GIANSENISMO
anno <1961>   pagina <88>
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<*<* Marcella Dmmbrosis
fraiiioiti accademiche degli Agiati, ma ascoltare le voci animate dei clulis gia­cobini e dei-caffè trentini degli anni o dei mesi delle tre invasioni francesi ! Poche le testimonianze supestiti di quella animazione presto soffocata dal ritorno delle truppe austriache. Una documentazione notevole è però giacente ali*Archivio di Stato di Vienna nelle deposizioni dei Trentini chiamati a testimoniare e giustifi­carsi di quanto era avvenuto durante le occupazioni francesi del Principato.1! Rimangono poi, preziose, le lettere del Pilati al Gaudenti. L'esame di questi carteggi ci permette di stabilire non solo resistenza, in questi gruppi giacobini, di idee comuni a tutti gli altri simpatizzanti degli ideali di uguaglianza, frater­nità e libertà, ma di fissare un atteggiamento proprio dei Trentini in generale, particolarmente preoccupati di determinare l'ambito della loro regione entro i suoi naturali confini, nel quadro della sognata repubblica unitaria italiana, come abbiamo visto ideata dal Giannini con capitale Roma. Se il Vannetti, in una lettera all'abate Perini, bibliotecario della Malebechiana di Firenze, nominando il Teeini, segretario dell'arcivescovo di Salisburgo, inviato dal Colloredo a stu­diare le bellezze artistiche di Firenze, scrive che egli era di vai di Non, ultimo confine d'Italia nelle Alpi Trentine ,2) troviamo, però, che il conte Filippo Con­solati disse al Bonaparte nel maggio del '96 che il Trentino andava da ima Chiusa all'altra. 3) Cosi il Pilati, stando alla deposizione del barone Cristalli di Hallo del '98, asseriva che la Repubblica cisalpina avrebbe dilatato i suoi confini fino alla Chiusa verso Bressanone, acciò i repubblicani avessero le spalle sicure verso l'Italia con i monti del Tirolo meridionale, affinchè la casa d'Austria non po­tesse si agevolmente molestarli. E al Cristani, che obbiettava che i. Trentini avevano bisogno della carne e del sale che venivano dai Tedeschi, il Pilati rispon­deva che i Trentini vendevano i loro vini ai Tedeschi e che si sarebbe fatto un trattato commerciale o se non si fosse fatto, gli Austriaci avrebbero scosso il giogo dell'Imperatore vedendo di non poter esitare il bestiame ed avere vino! Cosi pure Luigi Lupis, console nel '96, diceva essere una provvidenza la venuta dei. Francesi, che i Tedeschi non avrebbero più veduto il Tirolo e sembrano queste parole invero l'eco della opinione pubblica del Trentino.4)
!) Siamo particolarmente grati anche olla dott. Coreth dell'Archivio di Stato di Vienna, che ci ha cortesemente dato modo di consultare gli Atti del Processo.
2) Cfir. Biblioteca Nazionale di Firenze, Sezione manoscritti.
3) L'altra Chiusa è quella tra Rivoli e Ceraino. Cfr. G. MARINELLI, La Pena, voi. TV. Italia. Milano, 2a edizione, pag. 122.
d) Cfr. Staatsarehio Wien, Atti 28. Le deposizioni contenute in questi atti inediti da me rinvenuti all'archivio di Vienna integrano la documentazione raccolta da Ales­sandro Levi citata in un articolo lìvìT Archivio Veneto del 1935: Nuovi documenti viennesi sul processo di Innsbruek {1799-1800). A proposito dell'opinione pubblica sulla questione in Lombardia è illuminante, per esempio, il giudizio medito del Peroni sul Memoriale, pure inedito, della Deputazione lombarda datato 4 agosto 1797: Quando si profila il pericolo che il Veneto, l'Istria, la Dalmazia cadano sotto l'Austria, la deputazione milanese pre­senta un nitro memoriale dove appnrc limpidissimo il processo dell'ascesa dalla considera­zione degli interessi economici aU'affermazione dell'idea unitaria. Cfr. Carte Peroni in Biblioteca della Facoltà di Lettere dell'Università dli Firenze. 1 membri della deputa­zione milanese nel precedente memoriale del 24 agosto 1796, presentato al Direttorio ave­vano scritto a Parigi: Vi sollecitiamo a tentare tatti i mozzi possibili, tatti i possibili accordi con il governo veneziano per respingere le barriere lombarde fino alle gole del Tirolo >>. Cfr. Archivio di Stato di Milano. Marescalchi.