Rassegna storica del Risorgimento

TRENTO ; GIACOBINI ; GIANSENISMO
anno <1961>   pagina <89>
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Fifagiunsenìsti. anticuriali e giacobini 89
Dalle lettere, poi, del Pila ti al Gaudenti del '91 si intuisci.' che si era dilfusa la voce che il confine della Cisalpina sarebbe stato al Brennero, voce che a Trento trovò credito appunto tra i simpatizzanti dello idee francesi, mentre, in un secondo tempo, si ebbe un senso di delusione, perchè, invece, si era sparsa la notizia che, in cambio del confine al Brennero, con il trattato di Campoformio si sarebbe conservata libera la repubblica di Venezia. Da notarsi che tale corri­spondenza è del mese di agosto, e già dai discorsi di alcuni ufficiali austrìaci a La vis era trapelata la loro speranza di rimanere nel Trentino a trattato concluso.. Il Filati, quasi prevedendo il sacrificio che sarebbe stato fatto di Venezia, ri­spondeva al Gaudenti che quello dello Stato veneto sarebbe stato un bel com­penso alla rinuncia del confine al Brennero.1) Infatti, il 24 novembre 1797, ancora all'oscuro della conclusione del trattato, scriveva al Gaudenti: Ora sono ben curioso di vedere come procederanno le cose venete. Quelle di Trento cor­rono pericolo di essere molto alterate: poiché mi viene scritto che i Francesi al congresso di Rastadt hanno dichiarato di volere per prima condizione i paesi della sinistra del Reno, con offerire ai Principi, che vi vengono a perdere i loro Stati una indennizzazione sopra gli Stati ecclesiastici da essere resi secolari .
Nonostante le simpatie del Pilati per i Francesi, che gli facevano esclamare, all'udire i progetti di arruolamenti da parte austriaca in vai di Non di bersa­glieri volontari da opporre all'invasore, che il popolo doveva alzarsi in massa contro gli Austriaci e non i Francesi , egli rivela nella corrispondenza con il Gaudenti ancora una mentalità settecentesca, quando osserva che se si farà la pace, se i Francesi divengano buoni, soprattutto se deporranno l'idea della democrazia, idea impossibile da eseguirsi in un vasto Stato, e che non può condurre alla fine che all'usurpazione di un tiranno, io consiglio di andare in Francia:2) e in tal caso le prometto, scrive al Gaudenti da Bolzano il 14 dicembre 1799, di farle una sorpresa . Si dimostrava, evidentemente, buon profeta in fatto di un incombente pericolo di instaurazione tirannica !3)
Gli sparuti nuclei di giacobini, intanto, si andavano diradando nel '99 a Trento, pur dopo aver perfino progettato, al tempo dell'occupazione austriaca della città nel '98, una insurrezione contro quelle truppe con un complotto cui erano a capo il Romagnosi*) e il Cheluzzi spalleggiati da elementi borghesi di
') Nelle Carte Peroni , giacenti presso la Biblioteca della facoltà di Lettere del­l'Università di Firenze, di cui ho potuto prendere visione grazie alla cortesia del prof. Delio Cantimori, vi è un appunto dal quale risulta, sulla base di quanto lo stesso Peroni potè consultare all'Archivio Nazionale a Parigi (A. Etr., Gore. Gfiues, 167, f. 167, f. 316-322), che fin dal 1793, per esempio, il console di Francia a Genova, Francesco Lacheze, scri­veva che, occupato il territorio genovese, i Francesi sarebbero stati padroni dei passi del Tiralo e del Trentino per i quali l'imperatore aveva fatto passare le sue truppe nel Milanese e nel Piemonte, di là, diceva il Console, i Francesi avrebbero dominato con il terrore delle loro armi il Milanese, la Toscana e Napoli, ecc.
2) Proba ln'l meri te il Pilati era al corrente dell'esistenza di una società di patrioti italiani rifugiati in Francia cui appartennero Fontana, Santoni, Salvador!, Ceracchi, L'Aurora, etc.
3) Cosi pure il Barbacovi scriveva al Pilati il 30 luglio 1795 che non era meno odioso il giacobinismo del dispotismo! B.C.T., ms. 2454.
*) Cfr. B.C.T., ma. 222L Risposta del commissario Potosehnigg ai consoli e capo* consoli del '96 per Caccosa di alto tradimento : accusa che era stata fatta a Consolati, Pesti, Leporini, Hippoliti Prati, Tosetti, Sardagna, Trentini, Gaudenti, etc. cfr. Let­tera del 5 settembre 1799 in Archivio di Stato di Vienna, Akten 2728.