Rassegna storica del Risorgimento
KOSSUTH LAJOS ; GUERRA 1866 ; GARIBALDI GIUSEPPE
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1961
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Kossuth e Garibaldi nella guerra del 1866 95
subito a Firenze e di lanciare im proclama che oomprometta il governo di La Marmora, tanto alieno da ogni contatto colla rivoluzione, in maniera che sia costretto ad accordargli tutto l'appoggio da lui desiderato. ')
Il 15 giugno Turr si trovò di nuovo a Firenze, tlsedom, il quale aveva ricevuto fin dal marzo istruzioni da Bismarck di curare le relazioni ungheresi utili alla guerra, mandava due giorni dopo al governo italiano il dispaccio del colpo al cuore, nel quale invitava La Marmora a marciare direttamente verso il Danubio, per congiungersi all'esercito prussiano e provocare l'insurrezione ungherese. 2) Egli precisò che occorrevano un milione di franchi per la preparazione del piano rivoluzionario ungaro-slavo e due milioni per la azione stessa, dichiarando che la Prussia assumeva la metà di tali spese, ma non sapendo come disporre del pagamento chiedeva al ministero italiano di anticipare la somma. La Marmora, però, si oppose alla richiesta, non volendo sporcarsi le mani come disse col proteggere la rivoluzione, la responsabilità della quale Bismarck voleva addossargli. Egli si schermi e non volle sapere delle domande e dei progetti di cui lo assediavano gli emigrati, protetti da Ricasoli, che già si preparava a sostituirlo, appena egli si sarebbe recato al campo. Usedom non si scoraggiò, ma esibì a Turr un telegramma di Bismarck, col quale La Marmora veniva invitato ad accordarsi con gli Ungheresi, se non voleva attirarsi il sospetto di voler condurre fiaccamente la guerra. 8) Turr si affrettava a comunicare il testo del telegramma al re. 4)
H 12 giugno anche Kossuth si trovò a Firenze. L'8 aveva finalmente ricevuto a Torino la visita di Csaky, che, a nome del comitato di Budapest, chiedeva la sua collaborazione. Dopo molti rimproveri, l'exgovernatore esigeva che gli fosse inviato un rappresentante del comitato per esempio Giorgio Komàrozny , che lo assecondasse nelle sue trattative col Governo italiano. Quindi, ambedue partivano per la capitale, dove il 17 li raggiungeva anche il Komàromy. ) La Marmora ricevette freddamente la visita di Kossuth e gli dichiarò di non opporsi a che altri si occupasse del progetto rivoluzionario, ma, quanto a sé, voleva rimanerne estraneo.7) Egli qualificava una pazzia la pretesa di concludere un trattato con un paese immaginario, che non disponeva né di denaro, né di soldati. La Marmora aggiungeva che, peraltro, Visconti Venosta, ministro italiano a Costantinopoli, aveva attraversato di recente l'Ungheria e riferito che essa era più propensa alla riconciliazione con l'Austria che ad una rivoluzione. Il Barrai, ministro d'Italia a Berlino nello stesso tempo, rispose alle sollecitazioni di Bismarck di fare
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fl traudm *., voi. VI, p. 293.
~J M. STRÀCANZ, Zur Geschichte de* Stoss in Hers-Dtpeche des Grafen Usedom, Innsbruck, 1922.
3) Jrataim eii,. voi. VI, pp. LVIII-LIX; KIENAST, op. cit. pp. 76-78; WEHTHEI-MEH, op. cit., pp. 233, 251. La somma fu poi ridotta a mezzo milione. WERTHEIMER, op* citt1 p. 255.
4) Rapporto riassuntivo di Turr. Jrataim cti.t voi. VI, pp. 558-563:
5) Lettera di Kossuth a Iranyi, [Intl., pp. 307-308. <-) Jbid.. voi. VII, p. 193.
?) Jbid,, p. 190.
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