Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
anno <1961>   pagina <109>
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HBB LIBRI E PERIODICI B
J. LEFLON, Eugène de Mazenod, strégue de Mar se ilio, fan da tv ur dee MUsUmtarés Obi tu s de Marie ImmaeuUe. 1782-1861: Paris, Libr. Plon, 1957-1960, in 8, voli. 2, pp. 491, 667. S. p.
Questi due primi volumi doli'ampio studio dedicato dal canonico Lcllou a Mons-de Mazenod vanno dagli anni, che precedettero immediatamente la grande rivoluzione* a quelli della restaurazione e della monarchia di luglio. Le vicissitudini, che portarono il giovane Eugène fuori del tranquillo umiliente provenzale, attraverso la tempesta rivo­luzionaria, sulle vie dell'emigrazione e, dopo il ritorno in Francia, nel seminario di Saint-Sulpice a Parigi e sul terreno del suo primo apostolato sacerdotale ad Aix, fino alla fon­dazione dei Missionari ohlati e alla sua elevazione olla sede vescovile di Marsiglia, vi sono narrate sullo sfondo dei grandi avvenimenti politici e religiosi del tempo. 11 L., i cui studi sul Bernìer e sull'Emery, il volume su La crise rSvoluiionnaire (1789-1846), della Storia della Chiesa diretta da Eliche e Martin, e il primo volume della grande bio­grafia di Pio Vii sono fondamentali per la storia religiosa del periodo rivoluzionario e napoleonico, ha collocato in una cornice larga e delineata con sicura competenza la narra­zione degli anni formativi della ricca e forte personalità del Mazenod. Il lungo elenco dei fondi privati e pubblici, francesi e italiani, esaminati e della bibliografia utilizzata (pp. 451-471 del I volume e pp. 615-636 del II) attesta la complessità della ricerca e hi ricchezza della informazione, sulle quali è fondata la ricostruzione dell'ambiente nel quale il Mazenod si affermerà, non distaccato ed estraneo, ma anzi intimamente partecipe dei profondi rivolgimenti di un'epoca drammatica. Non è, quindi, il compiacimento di un narratore erudito che ha portato il L. a una così vasta visione d'insieme, ma la consape­volezza dello storico, che ricerca in quale misura l'ambiente e le vicende influirono sulla formazione del giovane Mazenod, nel quale le ferme convinzioni monarchiche e l'attacca­mento al passato, rafforzati nel clima dell'emigrazione, si compongono facilmente con Io spirito di resistenza alla politica religiosa napoleonica.
IH questa larga prospettiva beneficia, perciò, l'indagine biografica, ma una nuova luce ne viene, per i fortunati ritrovamenti archivistici, anche alla conoscenza di alcuni aspetti delle vicende storiche generali. Così, anzitutto, per quel che riguarda l'emigrazione francese in Italia, sulla quale interessanti notizie ci vengono dalla corrispondenza fami­liare dei Mazenod, riparati dapprima in Piemonte e, per 1* incalzare delle armate repubblicane, costretti a rifugiarsi successivamente a Venezia, a Napoli ed infine a Palermo. Famiglia di ricchi commercianti di Marsiglia, nobilitatasi con l'esercizio di cariche amministrative e l'acquisto di feudi, e passata dalla nobiltà mercantile a quella di toga, ritrovò nell'emigrazione quel senso degli affari, che era stata la ragione della sua ascesa, e che si era nei discendenti attenuato per far luogo ad uno spirito giuridico e a una cultura più raffinata. Costretti per vivere a farsi contrabbandieri e mercanti, i Mazenod conservano molti contatti indiretti e clandestini con la Francia, malgrado le ostilità, il blocco* le barriere doganali, e, d'altra parte, collaborano con Las Casas, d'Àntraiquca e anche con gli inquisitori di Stato veneti alla repressione della propaganda rivoluzionaria nell'attesa della grande crociata monarchica, che è la loro intramontabile speranza e il programma politico più immediato: e Quand nous reutrerons , scrive al principe di Condé il padre di Eugène, il fan l que qua tre cent mille t elea tombent sous la bache du boujTca. De la revolution, nona ne garderons que la guillotine, et je seraìs, s'il le faut, le Marat de la royauté . (I, 141). Ti che, però, non impedisce a questi irriducibili reazionari di piangere di commozione nel vedere un soldato francese repubblicano e di provare una gronde tristezza per la disfatta di Abukir (1,192).
I documenti dell'archivio del Quai ri"Orsay e i carteggi dei Mazenod olirono materia al L. per una felice descrizione di Venezia alla fine dell'antico regime, dando nuova luce