Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
anno
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1961
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pagina
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113
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Libri e periodici 113
battaglióne filellenico, caduto a Peta, come II Gallina, definito il padre spirituale della costituzione greca del 1822, o come il Gubernati, già al servizio di Ali Pascià di Gianina. poi valoroso comandante, dopo la morte del Tarclla, del primo reggimento greco, quindi nuovamente al servizio di un Pascià, questa volta in Egitto (un avventuriero?), dei quali "autore ha trovato notizie in fonti straniere (Pouqueville, Gordon), mentre sembra che le indagini fatte eseguire negli archivi italiani siano rimaste senza risposta. Le fonti bibliografiche edite di cui gli autori si sono serviti sono in massima parte scritti di contempo-ranci o lavori della storiografia germanica; quella italiana è quasi totalmente assente. E sembra pure che il KehrigKorn non si sia servito di altre pubblicazioni di innegabile interesse sull'argomento, come quella del Dalleggio, Les philhellènes et la guerre de Vindé-pendance, Athènes 1949, che contiene 138 lettere di due membri della missione economica di Londra (1824-27) per il prestito dell'Indipendenza e nella quale viene data notìzia dell'esistenza nell'Archivio di Stato di Atene dei registri completi della missione stessa. Vi si possono ricavare dati preziosi per un gran numero di filelleni, alcuni riguardanti anche gli Italiani: vi troviamo tra l'altro un elenco di ufficiali che giungono in Grecia col piroscafo Elisabeth nel 1825, molti dei quali non risultano nell'opera del Barth e Kehrig-Korn, che ignorano anche altre persone citate in quel volume, quali Stefano Dona e Demetrio Della Decima, amministratore quest'ultimo del prestito Byron (l'altro amministratore, Pietro Gamba, è ricordato in Die Philhellenenzeit solo quale amico del lord inglese e probabile compilatore del giornale greco Telegrafo ). Se poi tra i filelleni si debbono annoverare anche quelli che hanno aiutato il movimento da lontano, senza andare a combattere sul snolo ellenico, ci chiediamo perchè accanto al nome dell'Eynard, PiB-staneabile banchiere svizzero, organizzatore e finanziatore dei comitati europei per gli aiuti ai Greci, non venga citato anche quello del Vieusseux, che del ginevrino è stato un collaboratore prezioso, non solo perchè il suo Gabinetto e VAntologia erano divenuti un centro di discussione di idee e di diffusione di notizie, si potrebbe dire di propaganda filellenica) ma soprattutto perchè col suo spirito pratico e realizzatore aveva saputo coordinare e potenziare l'attività dei comitati toscani, mettendoli in contatto con quelli stranieri, specialmente francesi, (v. R. Ciampini, Filellenismo e liberalismo del 1826, in Nuova Antologìa, 1952). Livorno ih particolare fu un centro di attività febbrile: basti pensare quanti piroscafi sono partiti da questo porto diretti in Grecia; e potremmo qui trovare altri nomi di filelleni italiani, come Tommaso Petrilli, citato dal Ciampini.
Nel suo insieme quindi questo volume presenta mi innegabile interesse, perchè ci dà un quadro, che se anche non si può dire completo è senza dubbio significativo, della partecipazione direi mondiale alla guerra di indipendenza ellenica. Nello stesso tempo ci mostra quanto vi sia ancora da fare in questo campo, soprattutto da parte italiana: non si tratta tanto di ricercare dei nomi, quanto di approfondire le indagini per chiarire i motivi ideali, gli impulsi che hanno spinto tanti uomini a lottare e a sacrificarsi per la Grecia e poterne valutare quindi la portata storica nel complesso sviluppo degli avvenimenti del secolo corso. MARIA LUISA TREBHJANI
FRANCO VENTURI, Esuli russi in Piemonte dopo il '4; Torino, Einaudi, 1959, in 8, pagine 157. S. p.
Recenti studi sui rapporti fra l'Italia, e lo correnti politiche italiane del Risorgimento, con il mondo russo, polacco, centro europeo e balcanico posseggono indubbiamente una caratteristica comune, fondamentale, questa: spetta ad essi il merito di avere ripreso e dato corpo su vasta base documentaria, italiana e straniera, a certe intuizioni, illuminazioni e vere e proprie prospettive storiche che attendevano ampia conferma dall'indagine pia approfondita. Da A. Anzìlotti a L. Ginzburg, da Nello Rosselli a Gramsci, da Gobetti a Salvemini a L. Salvatorelli ed altri ancora, nella più avveduta storiografia sorta subito dopo la prima guerra mondiale o intorno ad essa e al suo epilogo si e sensibilizzato il problema dei rapporti fra l'Italia e quello che genericamente e imperfettamente continueremo a chiamare mondo slavo . Si è poi imposto ili recente l'approfondimento;