Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
anno
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1961
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pagina
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Libri e periodici
la ricerca dì una conferma a queste prospettive* senza naturalmente nessun proposito a priori , ma solo quale esigenza di chiarezza e di ampliamento degli orizzonti della storiografia italiana, e non solo di essa.
In tale quadro va collocato questo suggestivo e documentato saggio di Franco Venturi, tutto cose e fatti e idee, tendente appunto come egli scrive a mettere a confronto queste intuizioni storiche con la vita quotidiana dei fatti in rapporto alla presenza di esuli rivoluzionari russi in Piemonte e al correlativo soggiorno di Italiani in Russia e nell'Europa Orientale.
Dobbiamo dire subito che dalle pagine del Venturi esce un panorama vivo e mosso di quelli che erano i problemi, i tormenti, le aspirazioni di una generazione di proscritti russi, che trovano rifugio in Italia e rispondenza viva e singolare nella nostra Sinistra quarantottesca: da Lorenzo Valerio a Cesare Correnti, da Giovenale Vcgezzi Ruscalla a Giorgio Pallavicino, con nello sfondo Mazzini e, come eredità ultima (sottolineata dallo stesso Venturi nell'ultimo Convegno storico toscano a Porto S. Stefano), lo stesso Garibaldi e il partito d'azione. Sono uomini, quelli della Sinistra democratica nostrana, che hanno viaggiato in Russia e nell'Europa centroorientale e di 11 hanno riportato in patria non solo in Piemonte, ma già anche in Italia una sensibilità desta e acuta dei problemi nazionali e sociali che hanno visto là fermentare. Si fa strada in questi uomini l'esigenza di veder collegato il movimento nazionale italiano agli aneliti nazionali della media Europa; giusto mentre il Piemonte scende in campo contro l'Austria e ricerca collegamenti in Serbia, in Ungheria e con l'emigrazione polacca (tramite le missioni Cerruti e Monti) nasce a Torino l'Alleanza italoslava: essa rappresenta il sottofondo di opinione che affianca e pungola l'azione diplomaticomilitare del Regno subalpino, nel momento in cui esso si avvia a quella politica di collegare il problema italiano ai problemi nazionali detta media Europa poi sviluppata da Cavour e sentita vivamente anche dopo la sua morte.
Verso questo gruppo di uomini dovevano ondare necessariamente le simpatie e gli affidamenti di capi e gregari dell'emigrazione politica russa: da Herzen a V. Engcl'son, da Ivan Golovin a N. Sazonov. Essa si dipanava fra Nizza, Genova e Torino e gli scritti dell'uno o dell'altro uniche voci di uomini anelanti alla libertà e al progresso sociale sorte contro la cappa zarista trovano eco e consensi sulla stampa subalpina, presso Mazzini, Medici, Pisacane ecc. Uno, Golovin, giungerà a dar vita nel 1852 a un Journal de Twin: esso interviene vigorosamente nella battaglia politica dello Stato subalpino, esaltandone il clima di libertà, offre un panorama drar gnatico e fosco delle condizioni, anche economiche, del resto della penisola e, soprattutto, non manca di farsi tramite, con notizie e commenti, fra Italia ed Europa.
Un'emigrazione viva e vivace, fremente di problemi e di aspirazioni, dunque, da un lato, ed un ambiente ampiamente ricettivo, in Piemonte, dall'altro: questo l'incontro illuminato dalla sovrana intelligenza di Herzen fra Italiani e Russi, questo il quadro concreto e avvincente che F. Venturi ha saputo da pari suo offrire alla nostra considerazione valendosi di documenti d'archivio e testi russi e giornali ed opuscoli, di un particolare momento di storia italiana ed europea, a cavaliere del '48. Più tardi, la presenza di Russi fra le file garibaldine come noterà lo Btesso Venturi finirà per chiudere un ciclo vigorosamente aperto da una emigrazione, che, con Herzen e Bakunin alla testa, contribuisce a mettere a fuoco per la Russia e per il resto dell'Europa problemi economici, sociali, di ascesa nazionale ai quali il problema italiano rimane intimamente collegato.
ANGELO TAMBORRA
WILLIAM DE LA RIVE, // conte di Cavour (Le comte de Cavour. Rècto et souvenirs) a cura di CARLO PXSCBEDDA (collana di storia, 7); Milano, Edizione per il Club del Libro, 1960, hi 8, pagine 502. S. p.
Un classico della bibliografia cavourianu torna oggi a noi in una veste tipografica singolarmente accurata e lussuosa, e col corredo di un'introduzione sagace e penetrante, e di un apparato fittissimo di note, opere entrambi di uno specialista di solida prepara-
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