Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
anno <1961>   pagina <128>
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128 Libri e periodici
ai introduzione e ad un tempo di primo bilancio riassuntivo dei risultati dello indagini svolte, nel corso dei lavori del XXXIX congresso nazionale dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, tenutosi per l'appunto a Palermo ed a Napoli nell'autunno I960. Il comitato palermitano dell'Istituto ha curato la raccolta della prima silloge, la quale è perciò quella più direttamente collegata con gli interessi specifici del congresso, quantunque come vedremo, il principale tra i suoi contributi si allontani considerevolmente dal tema celebrativo. Le due successive pubblicazioni, affidate ad uno specialista diligentissimo e perspicace degli arenivi napoletani come il Saladino (che si è dichiaratamente giovato dei, suggerimenti metodologici ed interpretativi di Nino Cortese), hanno visto la luce l'ima a cura della Società di Storia Patria, che ha voluto così rinverdire le sue tradizioni lumi­nose, grazie all'intelligente e dinamica solerzia del suo presidente Ernesto Pontieri; l'altra per diretta iniziativa dell'Archivio di Stato, che ha inteso mettere insieme un succinto panorama di documentazione in gran parte edita, per consentire allo studioso di poter volgere un colpo d'occhio complessivo sui diversi aspetti della crisi del Regno. L'ultimo volume è infine fatica personale e meritoria di un privato, che è peraltro il più sagace cono­scitore della storia diplomatica meridionale dell'Ottocento e che appariva perciò il più-indicato a fornire una messa a punto dello stato degli studi sul tramonto della monarchia borbonica ed a tracciare sviluppando sue precedenti, preziose anticipazioni apparse sulla Nuova Antologia alcune nuove direttive di ricerca e di giudizio sulla base di un vastissimo materiale inedito, da lui acutamente elaborato e disposto.
Non si può quindi dire che si sia lavorato poco, o con scarso profitto, e che non si sia riusciti a presentare più d'una ghiotta primizia. L'archivio riservato di Francesco II, dal quale sia il Moscati sia il Saladino hanno attinto largamente, dando luogo ad incon­venienti non lievi dei quali parleremo in seguito, non solo ha permesso di ricostruire molte e importanti fasi dell'elaborazione politica napoletana, specie per quanto attiene al periodo precedente l'atto costituzionale; ma ha anche chiarito in via definitiva l'origine ufficiale, e perciò il pregio inestimabile, della famosa e controversa raccolta 1860. Documenti riguar­danti la Sicilia, che per lungo tempo si è potuta annoverare tra la produzione libellistica della propaganda borbonica, e che oggi viceversa rivela appieno la sua importanza, sì che se ne desidera e sollecita un'accurata ristampa.
Ciò che al contrario non manca di sorprendere, ed è in un certo senso da deplorarsi, è la mancanza di un'adeguata e capillare indagine periferica sugli aspetti provinciali della crisi del Regno. L'identificazione dello Stato con la sua capitale, l'accentramento di ogni interesse e di ogni ricerca su Napoli, la trattazione costante dell'argomento a livello di governo o, quanto meno, di classe dirigente, sono tutte vecchie tare della storio­grafia meridionalistica, che accennano ad essere superate sistematicamente soltanto in Sicilia. Non si sono sufficientemente approfondite le conseguenze dell'atto costituzionale, e soprattutto dell'amnistia e del ritorno degli emigrati, sulla dislocazione e sulla natura di quei poteri locali, a base fondiaria ed amministrativa, che costituiscono l'intelaiatura sociale della provincia meridionale. Che ne è stato della vecchia classe dirigente borbonica, dagli intendenti agli eletti, dai capi della guardia urbana ai responsabili delle società economiche, e soprattutto di quella parte di essa più impregnata di clericalismo? II rin­novo delle cariche civiche, la designazione delle candidature politiche per le elezioni giù indette da Francesco II e poi rientrate, la ripresa di contatti tra l'emigrazione o il vecchio liberalismo vivacchiente nell'ombra, sono fattori sviluppatisi in senso eversivo e sostan­zialmente rinnovatore rispetto alla struttura sodalo già esistente? 0 non si è trattato piuttosto di un accurato e delicato cambio della guardia per linee interne, di un aceorto tirarsi in disparte di alcuni.in attesa dell'oblio e di migliori fortune, di un sottentrare di altri soltanto hi virtù di un dinamismo più giovanile ed aggressivo, atto a galvanizzare la borghesia professionistica e terriera, a controllare la situazione senza soluzioni di con­tinuità, ad accogliere le armi piemontesi 0 garibaldine sulla base di uno stato di cose locale più solidamente assestato e garantito in Benso conservatore, senza timore dijacquaries contadine d'ispirazione reazionaria, o che si potevano far passare per tali? Si tende invero u trascurare la circostanza rOcvohtisiria che regioni intere del Regno, in mezzo allo sfacelo