Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
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1961
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Libri e periodici
turbolente maestranze, trasformate in associazioni religiose, hanno dal .tutta perduto quello slancio aggressivo di stampo medievale e comunalistico che le aveva reso cosi temibili nel 1820* e sono divenute strumenti paternalistici di una prassi di potere immobilistica, alla quale il clero conferisce il conforto meramente formale dell'assistenza religiosa. In campagna* il contatto tra sacerdote e fedele è molto più diretto* duraturo e complesso, ed induce ad uno scambio emotivo, ma fervidissimo, di sentimenti, tra lo spirito di predicazione evangelica ed ugualitaria del primo ed i concreti obiettivi sociali del secondo. L'aumento del numero delle diocesi ed il sormontare delle fortune dei Gesuiti, che il Brancate enumera tra i fattori principali della crisi, hanno senza dubbio il loro peso, ma da soli non avrebbero condotto ad altro se non a controversie di natura giuridica e gerarchica, e comunque non avrebbero mai determinato quella spaccatura tra clero alto e basso, cittadino e rurale, che è la spia più eloquente della sorgente sociale del fenomeno. Né si può tracciare un parallelo tra la partecipazione del clero agli avvenimenti del 1860 ed il fitto accorrere di ecclesiastici nelle file carbonare quarant'anni innanzi, del tutto diversi essendo i moventi e gli obiettivi della lotta. Il quadro del 1860 è particolarissimo perchè senza precedenti è l'intervento di una forza democratica esterna che galvanizza e rinvigorisce i fermenti più schiettanente sociali esplosi autonomamente nell'isola. Né io darei eccessivo peso all'insorgere di polemiche antitemporaliste nel clero siciliano, contro l'atteggiamento ufficialmente assunto dall'episcopato e ribadito da Pio IX. Queste polemiche trovano il terreno idoneo nella fortissima tradizione autonomista, sotto il profilo giurisdizionale, della Chiesa siciliana, gelosissima di tale sua prerogativa; e fioriscono nel dilagare della propaganda protestante di origine anglosassone al seguito di Garibaldi nel quale, osserva ben a ragione il Brancato, l'opinione pubblica della borghesia liberale inglese scorgeva assai più l'eversore del papismo che non il riformatore sociale, come sembra al Macie Smith. Si tratta insomma di atteggiamenti d'importazione, non disgiunti da una certa teatralità, senza neppure una vera coscienza religiosa di protesta sociale, come nel caso della legione ecclesiastica organizzata dal sacerdote Paolo Sardo per strappare Roma al pontefice. Il Brancato conclude esattamente escludendo la presenza di sostanziali deviazioni ereticali. Ma non è questo il punto che occorreva chiarire, bensì quello della natura e dei moventi e degli obiettivi della solidarietà sociale venutasi a determinare tra clero e contadini all'atto dell'insurrezione. Allorché l'agostiniano Gaetano La Greca stigmatizza l'affluenza di giovinetti di origine contadina nelle file del clero, quasi come ad una qualsiasi professione, egli non tocca soltanto un tema di ordinamento interno della Chiesa e di reclutamento ecclesiastico, ma una delicatissima questione di ordine Civile e sociale. Il Brancato è ben conscio della preminenza di simili preoccupazioni: ma dispiace in lui una certa reticenza a denunziarle apertamente. Così egli parla della insofferenza di preti e frati alla vigilia della rivoluzione, ma non specifica contro chi essa fosse indirizzata; accenna alle persecuzioni subite dal clero ad opera della classe dirigente unitaria ma non ne lumeggia i motivi; fa parola dell'opposizione del clero ai metodi di alienazione dell'asse ecclesiastico ma non giustifica abbastanza tale atteggiamento nelle sue conseguenze economiche e sociali. I)i modo che il saggio, pur eccellente, non supera, per eccesso di circo* spezione nell'A., i limiti di una generica introduzione, lasciando il desiderio di un prossimo e cospicuo arricchimento
I contributi successivi, a parte quello della Mandala, di cui parleremo più avanti, hanno carattere di brevi comunicazioni, e talora di vere e proprie curiosità erudite, come nel caso del lavoro di Caldarelia* che pur potrebbe dare adito a qualche approfondimento tulle categorie sociali che presero parte all'insurrezione. Duole che Renato Composto, in pagine densissime, le pio concrete dell'intera silloge, abbia circoscritto il suo interesse ad un dispaccio insdito del principe di Castelcicala, sfondando per di più due porte aperte, l*una concernente la tendenza del luogotenente generalo a minimizzare, per malinteso tatticismo, la portata degli avvenimenti rivoluzionari, l'altra attinente all'importanza decisiva dell'iniziativa siciliana, precedente olla spedizione dei Mille. Delicate e gentili sono le lettere di Moria Luisa (Eloisa) Àbramo al marchese di Torrolto, uno cui discendente, Caterina Emanuele pubblica. La vivacità curiosa ed intelligente ili. un animo giovani!-