Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
anno <1961>   pagina <138>
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Libri e periodici
una propria autocandidatura al governo fin nei biglietti di condoglianza per la scomparsa, del sovrano; ed è altrettanto certo che questo comportamento fosse il meno adatto per un carattere già di sua natura diffidente come quello di Francesco. Beata comunque il fatto che Filangieri motivò la sua rinunzia, in un appunto privato edito dal Saladino con l'opinione che tutl'altro esser dovea il programma del nuovo regno da quello annunziato da Francesco all'atto di salire al trono. Ciò dimostra che, pur offrendosi diret-r tornente per una combinazione ministeriale, Filangieri non intendeva essere docile e passivo strumento della politica del sovrano (forse il suo intendimento era precisamente l'opposto, invertendo le parti!); e che una diversità d'apprezzamento tra re e ministro si età già manifestata prima che quest'ultimo fosse chiamato a pubbliche responsabilità.
Verificatasi questa circostanza, il mese di giugno è occupato dai progetti costitu­zionali e siciliani, a noi già noti, di Filangieri, e da un suo vasto programma di riforme negli organici amministrativi. Entrambi gli AA. ritengono che la riluttanza del re ad aderire integralmente a queste ultime preposte- giustifichi da sola la lettera 3 luglio di Filangieri di cui abbiamo già fatto cenno. Ma, con tutta probabilità, i rapporti si erano già e più gravemente intorbidati per il tramonto della candidatura Ischiteila e, d'altra parte, ambedue gli interlocutori si erano avveduti di avere a che fare con un personaggio assai diverso da quello sperato. Nella lettera, infatti, dopo aver ribadito la propria opi­nione neutralistica nei confronti del conflitto in corso (opinione non assurda ove si consi­derino le probabilità di allargamento della guerra e di suo prolungamento considerevole, tutte troncate inopinatamente a Villafranca) Filangieri dichiara che il governo debba esser forte e insieme conciliante... ma non mai reazionario e delinca un programma di opere pubbliche quale potente diversivo alle preoccupazioni degli animi . Certo, è un pater­nalismo annacquato, assai poco idoneo alla concitazione del momento. Ma il fatto che il re rifiutasse di attestarsi anche su posizioni tanto generiche mostra chiaramente come la maggior parte delle responsabilità non gravasse certo a carico del generale, le cui dimissioni furono comunque rapidamente, e fin troppo facilmente, dopo un dissenso così impegnativo, fatte rientrare.
jMel frattempo, l'orizzonte internazionale e siciliano comincia ad oscurarsi. Contem­poraneamente, il 19 luglio, Petrulla informa da Vienna sulle voci di un'alleanza franco-austriaca di cui si faceva in quei giorni gran parlare, che non sarebbe certo dispiaciuta a Walev/ski né a Bechberg e che avrebbe sottratto ai Borboni Punico solido e sicuro sostegno assolutìstico; Castelcicala scrive da Palermo confermando l'ostilità insuperabile dell'aristo­crazia, ormai risoluta, dopo i grandi avvenimenti della primavera, a giocare la carta sabau­da. L'allargarsi delle crepe non induce peraltro affatto questi uomini, che controllano i due osservatori più sensibili della politica borbonica, a suggerire nuovi indirizzi di governo. Nella seconda decade di agosto, attraverso uno scambio telegrafico, la Corte e Petrulla chiariscono la loro perfetta identità di vedute nel senso di opporsi a qualsiasi con­cessione costituzionale ed a tentativi della Francia di strapparla con un intervento internazionale.
Nel frattempo Filangieri, che ha posto mano all'organizzazione del campo trincerato abruzzese alla cui testa verrà posto il generale Pianeti, chiede il 5 settembre, per motivi che ancor oggi non appaiono del tutto chiari, uh congedo di quaranta giorni. Grave im­pressione aveva probabilmente suscitato un rapporto inviato il 1 settembre da Sulmona dal generale de Bcnedictis, comandante territoriale in quella regione abruzzese dove la monarchia si accìngeva a compiere il suo massimo sforzo militare. Amministrazioni manomesse e derubate; opere pubbliche ugualmente; boschi divelti dalle radici col danno positivo delle popolazioni, inondazioni non curate, rendite comunali frodate, niuna ener­gica disposizione contro gli abusi di ogni specie, contro taluni clic tutto vendono... Ciò premesso, se si volesse dire la solita espressione generica: lo spirito pubblico è tran­quillo, come ohe si esprimono talune autorità, sarebbe una fallacia: lo spirito pubblico in queste .tre Province, quantunque ben. inclinato verso il nostro Beai Governo, l'è però congiunto a grandi aspettative intorno a .miglioramento di mn ministra tori , Questo di­chiarazioni del de Bcnedictis toccavano manifestamente aspetto organico, e perciò più
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