Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI ; GERMANIA (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA)
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1961
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Libri e periodici
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Il primo accenno, dunque, a quella tattica dì asserragli amen to nella capitale che sarà poi così acerbamente rimproverata al luogotenente generale parte direttamente da Napoli, salvo il re a ricrederai quattro giorni più tardi, con la proposta dettagliata, evidentemente echeggiante consigli altrui, per uno sbarco a Termini, alle spalle degli insorti. Quanto a Castelcicala (lettera 7 aprile 1860) il suo ottimismo e la sua tattica non subiscono scosse: il fortunato colpo poliziesco operato a palazzo Monteleone lo illude di aver atroncato le radici del movimento: quanto ai criteri da seguirsi, egli ribadisce l'opinione terroristica di far percorrere da forti colonne gl'insorti paesi e ne' più. torbidi lasciare tracce durature del passaggio delle regie truppe : e conferma il suo rigore il 12 aprile a proposito del processo dei combattenti della Gancia, che il principe del Cassaro, a nome del re, vorrebbe sospendere. Francesco è preoccupato per gli eccessi a cui potrebbero abbandonarsi le truppe aizzate da Castelcicala, e glielo scrive il 12 aprile. Tutt'all'opposto, scrivendo il 13 aprile a Maniscalco, Filangieri non ravvisa nel luogotenente generale né risoluzione né energia. Sono due opinioni, a ben vedere, solo apparentemente contrastanti, in quanto l'inclinazione alla ferocia sistematica non è che un espediente per mascherare l'effettiva incertezza che paralizza i comandi militari di Palermo (per non parlare dell'aspetto poli-' fico del problema, ormai del tutto obliterato). Anche il re apre gU occhi e deplora la ritrosia di Castelcicala a prendere vigorosamente l'offensiva da Palermo (lettera 14 aprile 1860) in tono cosi minaccioso che lo stesso Maniscalco deve discaricare con Filangieri il luogotenente generale, rinunziando al proprio abituale pessimismo e dando la situazione per pienamente controllata (lettera 18 aprile 1860): un atteggiamento che riesce sgradito al re, il quale esorta il Castelcicala a far rispettare le disposizioni dello stato d'assedio tn Palermo anche da parte dell'onnipotente direttore di polizia (lettera 30 aprile 1860). Ma il prolungarsi dell'agitazione e del fermento, senza che uè il terrorismo né l'impostazione di un programma di opere pubbliche (Francesco II a Castelcicala 3 maggio 1860) riescano a porvi rimedio, spazientisce il re e lo convince dell'impossibilità di mantenere ad un posto di tanta responsabilità un uomo malcerto e tortuoso come Castelcicala, al quale indirizza, 1*11 maggio, durissime parole.
Ma, proprio nel pomeriggio dello stesso giorno, ecco il luogotenente generale avvertire il re dell'avvenuto sbarco di Marsala, suggerire intelligentemente lo sbarco di due battaglioni alle spalle dei garibaldini, deplorare che l'avvenimento abbia colto in fase di dispersione le forze borboniche al centro dell'isola, in una manovra alla quale troppo tardi rèma proprio per colpa di bùi ci si era risolti. Il sovrano, nell'immediata risposta, si mostra assai scettico, e sempre disposto, come nel passato, a fornire consigli anziché impartire ordini. I rinforzi saranno tutti ammassati a Palermo per potersene colà servire secondo le occorrenze; contro gli insorti ai potranno usare provvisoriamente gendarmi, guardie urbane e compagni d'armi (ciò mostra che il re era assai imperfettamente informato sulle reali condizioni ambientali e sociali dell'isola, se riteneva di poterei ancora servire di strumenti tradizionali di potere ormai passati largamente a parte liberale). Due giorni dopo, il 13 maggio, arriva a Palermo il colonnello Barbalonga con la insinuazione regia a Castelcicala perché si dimetta. Affidata la questione alla sorte delle armi, è ormai senza contrasti il momento di Filangieri II vecchio principe é ricevutoli 15 maggio dal re, in"*m col commissario straordinario Lanza, e gli sottopone un lungo documento nel quale è contenuto il famoso e geniale piano per la difesa della Sicilia (presenza del re, sospensione del macinato, concentramento militare a Messina, grande movimento strategico su Caltanissctta, fortificazione di Palermo e Termini quali piazzaforti alle spalle dei garibaldini). Sotto il profilo politico, comunque, Filangieri non si discosta dalle sue vecchie posizioni, che si inani feht ano ormai del tutto anacronistiche. Egli é sempre per lo Statuto bonapartesco e soprattutto per le ognora più illusorie garanzie francesi: Secondo me le assicurazioni della' Francia sono le piì importanti e le pia utili che possonsi sperare nello tato attuale delle coso... . La soddisfazione estrema che il re gli concede, adombrando la nomina di un rea! principe quale successore del Lanza in Sicilia, nel decreto del 15 maggio, ha anch'essa il sapore di tutu pallida ed tasignificante sopravvivenza di una politica in ritardo di un anno, e perciò destinata a fallire.