Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; ROMA
anno <1918>   pagina <769>
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I nostri li0i
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e per eliminare gli screzi tra il Mignogna ed il Boldoni, di opposte tendenze, l'uno fu preposto al potere civile, e l'altro a quello militare.
Carmine Senise fu nominato capo dello Stato Maggiore col grado Ai Tenente Colonnello. Godendo la piena fiducia dei due prodittatori rappresentò il tratto di unione fra il Governo ed il Comando militare* Dopo quindici giorni di continue ed eccezionali fatiche, il Senise am­malò gravemente e perciò eedee il posto ad Emilio Peti-uccelli.
Successivamente fu chiamato a reggere l'ufficio di sottogoverna­tore a Matera che si trovava in condizioni anormali. Vi tenne alto il prestigio dell'autorità civile contro il militarismo e contro ogni pre­potenza medioevale.
Dopo il trionfo della rivoluzione, il Senise restò neU'amministra-zione dello Stato. Per iniziativa della Commissione parlamentare d'in­chiesta del brigantaggio, presidente Sirtori, fu destinato sottoprefetto a Bovino e poi a S. Severo, Successivamente fu chiamato a reggere la prefettura di Foggia, come consigliere delegato. Dal Ministero Rat-tazzi nel 1867 fu nominato questore a Palermo. Come prefetto fu ri­gido amministratore. 11 Depreiàs diceva che Senise era la fenice dei prefetti per la gran parsimonia con cui attingeva ai fondi di pubblica sicurezza. Rimase sempre affezionato e devoto a Silvio Spaventa che lo considerava come uno dei suoi intimi. Godè la simpatia e la bene­volenza dei principali uomini politici: Lanza, De Sanctis, Brin, De-pretis, Cairoli, Zanardelli, Crispi, Giolitti...
Per molti anni fu presidente del Consiglio Provinciale di Potenza.
I saloni del Palazzo Madama non lo attrassero: rare volte prese parte alle sedute del Senato.
Carmine Senise scompare proprio in questi giorni, nei quali la lezione esulta per gli eroismi dell'esercito che consacra le nuove for­tune della patria e ne conquista gloriosamente i naturali eonfini. Cer­tamente il suo cuore, prima che cessasse di battere, avrà, sussultato di gioia innanzi la visione di una Italia più grande e più forte. Ora che i destini della patria sono compiuti noi non possiamo dimenti­care i precursori che in tempi più oscuri e più selvaggi del dispo­tismo ebbero le prime aspirazioni, ed affrontarono le prime lotte della nostra redenzione politica.
In questa storia della rivoluzione, che liberò il Mezzogiorno dalla tirannide borbonica e contribuì all'Unità Nazionale, il nome di Car­mine Senise sarà ricordato sempre con onore e con ammirazione.
Roma, 2 novembre 1918.
Dott. DEGIO ALBINI.
Diresiorte: VITTORIO FIORINI e ITALO RAULICH.