Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <3>
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La Società * Pro Patria e il suo tempo 3
riali e morali di indole e varietà diversa, la cui applicazione seguiva occultamente, per non destare rumori e scandali, e gradualmente con precisa visione dei resultati, tutto all'opposto dell'azione germanica, la quale per essere di origine e di indole popolare procedeva tumul­tuariamente con maggiore clamore di affermazioni che di fatti, irritante e oltraggiosa più che pericolosa.
Di questa lunga e paziente opera di governo ci furono rivelati l'origine e lo spirito dal pangermanista austriaco prof. Bidermann del­l'Università di Graz in una sua pubblicazione del 1885, nella quale narra, che già dall'anno 1866 il luogotenente del Tirolo principe Lobkovitz e il consigliere aulico a Trento conte Hohenwart, divenuta più tardi capo del Governo, avevano ottenuto i mezzi materiali per la istituzione di scuole tedesche nel Trentino e per la germanizzazione delle popolazioni italiane nel paese misto al di sopra di Salorno, ove si era avuta come primo risultato la snazionalizzazione della scuola italiana dei Pochi di Salorno (Bucholz). Il Bidermann giustifica con aria quasi ufficiosa il provvedimento dicendo che in seguito alla ces­sione del Lombardo-Veneto era venuto a mancare al Governo il bisogno di fornirsi di impiegati che conoscessero la lingua italiana. Se l'affer­mazione poteva avere un qualche valore per la regione dell'Alto Adige, dove il Governo aveva piantato il vivaio dei suoi impiegati per impor­tarli nelle Provincie italiane, era senza fondamento per il Trentino, ove il Governo, sempre sospettoso, si fidava di pochi; ma è interessante di rilevare con quale cinismo gli ispiratori dei suoi atti, che uscirono sempre dai circoli militari e di Corte, intendevano disporre di quello che era il più sacro patrimonio delle anime della popolazione italiana del mezzogiorno del Tirolo.
In realtà i desideri del professor Bidermann e in genere dei pan­germanisti, andavano più in là delie intenzioni del Governo au­striaco, il quale con maggiore tatto pratico mirava alla corruzione e alla conquista delle anime, piuttosto che alla soppressione della lin­gua ; suo proposito era di trasformare in austriaco il paese piuttosto che in germanico, e della germanizzazione si valeva solo dove spe­ciali circostanze locali offerte dalla preesistenza di rimasugli di sovrap­poste popolazióni tedesche, come nella valle del Fersina o sull'alto­piano di Lavarono, presentavano una qualche premessa per ripristinare l'originaria lingua nazionale.
Invece dove queste premesse non sussistevano, agiva sotto altre forme l'azione del Governo : alle volte con compressioni, ma metodi­camente colla sottile influenza della scuola e della chiesa, con piccoli onori ai notabili e colle piccole sovvenzioni ai più bisognosi, colla opera assidua di gendarmi e di guardie di finanza, coltivava con