Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
anno
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1919
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pagina
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4
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accorta e particolare aollecitudine tutta la zona "montana, che fascia "verso il Veneto e la Lombardia r Mero Trentino.
La scuola e la chiesa seminavano e infondevano il sentimento, oppure le organizzate emigrazioni in terra tedesca lo inculcavano, e l'opera dei tiri a segno e dei gendarmi lo eccitavano, così che sopra la muraglia materiale creata dalla natara, venivasi erigendo gradatamente un eguale forte baluardo di sentimenti dinastici, che conferiva agli alpigiani d'oltre conine la coscienza di una superiorità, morale, quasi che essi pel solo fatto di essere sudditi dell'imperatore, fossero di una razza e di una nazionalità assolutamente diversa da quella dei loro fratelli di sangue e di lingua, separati soltanto da una fittizia linea di confine.-
L'Austria poneva in questo modo la semente per la cultura dello spionaggio, la quale gettava radici anche al di là dal suo confine politico, nella paziente e oculata attesa dei frutti che dovevano maturare mezzo secolo dopo.
Era questo evidentemente l'alto fine che si proponeva la politica della Corte austriaca, quando sollecitava già fino dal 1886 le note proposte dei conte Hohenwart e del principe Lobfcovitz, alle quali accenna il prof. Bidermann! Se l'Austria ;si "era; -rassegnata colla pace di Praga alla perdita della egemonia sulla Germania, si preparava invece a ricuperare la sua posizione in Italia, e senza perdere tempo, volgeva l'attenzione alle regioni italiane di confine, e in modo speciale al Trentino, di cui la recente campagna del 1866 aveva messo in rilievo il valore inestimabile di immane baluardo naturale, donde si poteva minacciare contemporaneamente Venezia e Milano.
Il contenuto della politica di governo nel Trentino era dunque essenzialmente di carattere militare : inteso a preordinare le operazioni di guerra, si diligeva anzitutto a cattivarsi la popolazione del paese donde la guerra avrebbe dovuto rovesciarsi, intedescandola;fè si poteva, corrompendo e snaturando le anime dove il processo di snazionalizzazione appariva impossibile. Le scuole tedesche di Trento e di Rovereto non avevano tanto l'ufficio di germanizzare, quanto quello di uccidere gli spiriti col sottrarre, a questo fine, le anime all'insegnamento nella lingua nazionale, il quale, benché spogliato e in tanti modi compresso, avrebbe potuto risvegliare negli spiriti giovanili i germi di una coscienza nazionale.
Ma d'altro canto viveva ancora seinpr e nel Trentino quella generazione, la quale,uscita dalla borghesia, e portando' anche i più bei nomi della sua aristocrazia, non si era ancora rassegnata a interrompere le deliziose illusioni fiorite dalle feconde giornate del 1859 e del 1S66.