Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTI ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1961>   pagina <555>
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Nel centenario del Senato subalpino 555
Ma, salivo il Plezza e qualche altro, il Senato composto per nove decimi di funzionari dello Stato, magistrati, generali, diplomatici ecc., che avevano servito per gran parte della loro vita una monarchia assoluta, non poteva non essere di tendenze decisamente conservatrici; e questo fondo conservatore emerse m pieno allorché Carlo Alberto chiamò al potere i democratici, prima sotto la direzione dell'abate Gioberti, poi sotto quella del Rattazzi, All'indomani della disfatta di Novara, in quest'aula di Palazzo Madama, che doveva poi diven­tare una sede modello di esemplari discussioni parlamentari, quando entrò il ministro Rattazzi, la Sirena di Alessandria, che i senatori ritenevano il cattivo genio del Re, nacque una scena di cui negli atti parlamentari non è che una pallida traccia ma che, a quanto afferma VArbib *) fu violentissi­ma. Cocenti parole e frasi ingiuriose furono a lui dirette, tanto che egli ebbe a dire che il Senato aveva bensì il diritto di mettere in stato di accusa i ministri, ma anche il dovere di rispettarli.
Tra coloro che più si segnalarono nel dare in escandescenza contro il Rattazzi fu il senatore generale conte Gabriele De Launay, e proprio lui Vittorio Emanuele II chiamò alla presidenza del Consiglio dopo l'abdica­zione di suo padre Carlo Alberto, Il nuovo re, come i senatori, era intima­mente persuaso che suo padre si fosse lasciato prendere troppo la mano dai democratici, dagli avvocati , e con la baldanza dei giovani era deciso a metterli a posto. Ma quando il De Launay col suo cipiglio di vecchio troupier si presentò alla Camera il 27 marzo successe una scena ancora più violenta di quella provocata da lui al Senato, e i deputati gli resero la vita ministeriale così difficile che dopo alcune settimane dovette dimettersi.
Nel fare aggiustare politicamente il tiro al giovane re concorsero due uomini: uno è conosciuto da tutti, Massimo d'Azeglio; l'altro è meno noto, perchè in pubblico non dette mai in escandescenze come il generale De Launay, né disse mai parole storiche celebri come quelle che dicevano i generali con-trorivolusionari austriaci e prussiani, ma agiva con estrema discrezione: il generale Alfonso La Mormora, ministro della Guerra nel Gabinetto d'Azeglio, che aveva domato energicamente la rivolta repubblicana di Genova, ma che non riteneva fosse interesse bene inteso del suo Re e del suo paese abbando­narsi a una politica ciecamente reazionaria.
Col proclama di Moncalieri si superò il momento più drammatico della vita parlamentare subalpina. Camera dei Deputati e Senato continuarono a lottare tra di loro, ma non si rizzarono più l'una contro l'altro con violenza così drammatica come era avvenuto nel marzo 1849. Si formò soprattutto il costume parlamentare e il Senato cominciò a prendere quella sua fisionomia, che è rimasta nella tradizione storica
Innanzi tutto il Senato si formò uno stile, uno stilo grave e solenne, come quelli classici del Senato di Roma e della Camera dei Lorde d'Ingnil­
lì Op. cii., voi. I, p. 249.