Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <7>
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La Società Pro Patria e il suo tempo
nell'agosto 1884 in due numeri successivi l'articolo dal titolo Pro­teggiamo la nostra lingua (nel quale chiamava i Trentini a raccolta per opporsi mediante una vasta associazione, da modellarsi sulle ana­loghe della scuola tedesca, alla progressiva snazionalizzazione delle popolazioni italiane emigrate nell'Alto Adige.
Il contenuto della proposta, nella mente dell'autore, aveva il doppio fine di scuotere la coscienza di quel partito, il quale aveva seguito sino allora ciecamente i cenni del Governo, col rappresentargli le condizioni morali della numerosa popolazione di lingua italiana nella regione dell'alto Adige dipendente in materia religiosa dall'Episco­pato di Trento, alla anale s'imponeva non solo la scuola, ma anche la religione in una lingua incomprensibile, e di richiamare in tal modo questo partito all'adempimento dei comuni doveri d'italianità: mentre indirizzandosi agli uomini di antica fede patriottica, i quali costituivano nelle città e nei borghi il fiore della cittadinanza, ne rianimava acutamente gli ideali; col prospettare loro una lotta, che si sarebbe impegnata sopra un territorio che i Tedeschi ritenevano di loro esclusivo possesso nazionale, e quindi inattacabile, e i cui risul­tati definitivi avrebbero dovuto risolversi nella progressiva assimila­zione delle popolazioni tedesche, e nell'allargamento del possesso nazionale italiano di là dal confine puramente linguistico, verso quel confine naturale che era reclamato dalle esigenze politiche e militari della Madre Patria.
E soggiungeva : Ora tocca a noi difenderci, seppure sentiamo batterci dentro il cuore, e ancora alberga nell'anima nostra una pal­lida ombra di civile virtù.
Non come i Tedeschi, scoloriti avanzi sulle nostre montagne, bensì un popolo italiano ci tende le braccia, come a sola àncora di -salvamento.
<c Quanti nutre questa cara terra trentina stringiamoci in un fascio : divisi da sterili lotte, porgiamoci da fratelli la mano, clericali e libe­rali siamo tutti italiani !
Provvidi e concordi seguiamo dunque con franchezza l'esempio
dei Tedeschi .
Questo appello che aveva ottenuto preventivamente l'approvazione del mio venerato maestro Carlo Bertolini, l'eminente patriota e giure­consulto e il maggiore uomo politico del Trentino, e che fu riprodotto e riassunto dai giornali della Venezia Giulia, étìbe larga discussione nei partiti e l'incontestata unanimità di consenso nelle fila di parte liberale-nazionale. I deputati liberali cominciarono a protestare contro le ingerenze straniere nel nostro paese. Nella seduta parlamentare del 15 dicembre 184, il podestà e deputato di Trento barone Giovanni